Puntava al cielo il naso
quando per puro caso
si trovò a distanza d'un dito
un ricordo poco gradito.
Con un passo falsato
dallo sguardo occupato
calpestò, d'un cane, il marrone sbaglio
cane il padrone, non quello al guinzaglio.
E il triste dottore
cogliendo l'odore
guardava il suo camice bianco
stonar con l'odore mai stanco
maledicendo il cielo
per il mancato zelo
del proprietario, che come un sicario
minava al "Gesù", l'ascesa al Calvario.
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