Continua oggi il
nostro racconto privo di senso. Vorrei ricordare che questa storia è priva di
qualsiasi riferimento spaziale e temporale, in compenso vogliamo diventare il
vostro punto di riferimento per quando andate sul cesso e non sapete come
ingannare il tempo (per ingannare lo spazio ci stiamo attrezzando).
In questa puntata Lei
si risveglia dalla serata traumatica presumibilmente dopo aver bevuto troppo e
aver rischiato di diventare un mazzolino di fiori attaccato al guardrail,
situazione in cui tutti ci ritroviamo ogni domenica matt…aspetta, esiste la
domenica mattina?!
Puntata 2. “Il gatto è servito”
Quando si svegliò, il sole era già alto e in bocca aveva un
retrogusto poco piacevole. Cercando di capire in quale emisfero si trovasse e
dove fossero le sue pantofole, si sedette sul letto mentre tentava di opporsi
al senso di nausea.
I libri di scuola erano posati sulla scrivania, come
abbandonati da secoli, e la bottiglia d’acqua accanto al letto era vuota. Il
gatto era rimasto sul letto fino a poco prima, ma a quanto pare aveva trovato
di meglio da fare che sputacchiare palle di pelo comodamente disteso sul
piumone. Probabilmente stava cagando sul tappeto della cucina, come sempre. Se
non perdeva quel dannato vizio, pensava sempre lei, prima o poi lo avrebbe
portato al ristorante cinese in fondo alla strada.
Qualcuno suonò alla porta.
Passandosi le mani tra i capelli e combattendo contro il mal
di testa che le picchiava sulle tempie come un martello, andò ad aprire. Non
aveva la minima idea di che ore fossero. Quando aprì la porta, non c’era
nessuno: forse era solo uno scherzo. Comunque, era uscita di casa in pigiama e
notò subito la vecchia vicina stronza che la scrutava da dietro le tendine.
Mandandola mentalmente a quel paese, rabbrividì per
l’umidità e il freddo nonostante il sole le illuminasse il bel viso giovane e
segnato dalle birre di troppo della sera prima.
Tornò in casa e si rimise a letto.
Poco lontano dal suo quartiere, un uomo mangiava il suo gatto.
Nessun commento:
Posta un commento