mercoledì 16 ottobre 2013

Brevi racconti privi di senso.

E rieccoci con il nostro racconto privo di senso. Sono stati giorni impegnativi in cui il nulla che avevamo da fare ci ha portato via più tempo del previsto. Oggi la storia prende una piega inaspettata e lievemente trash, esattamente come i miei capelli quando mi faccio lo shampoo con l’olio delle patatine fritte. Ma questa,  fortunatamente,  è un’altra storia…

Puntata 3. “A portata di mano”

Mentre lei si passava le mani tra i capelli, a poche centinaia di metri di distanza un uomo di mezza età era seduto in terrazza su una sedia a dondolo, a godersi l’alba nel dopo sbornia, incredulo per ciò che stava vedendo. La sua vicina di casa era evidentemente uscita di senno: correva da una parte all’altra del giardino in stato confusionale, in vestaglia da notte rosa e brandendo un coltellaccio da cucina. Nell’altra mano aveva una mano.

Steso ai suoi piedi, un ragazzino rantolante che aveva forse nove o dieci anni, era sporco di sangue e gridava aiuto. Poco lontano da loro due, un piatto con una torta. L’uomo in terrazza supponeva che la sostanza rossa non fosse esattamente crema di fragole e mirtillo.

Mentre osservava stralunato, con il sole negli occhi e l’alcol nel sangue,sopraggiunse l’ambulanza e notò appena un tizio che correva sul lato opposto della strada portandosi in braccio un gatto.


Rientrò, chiuse la porta, cercando di convincersi che fosse un’allucinazione dovuta alle metanfetamine. Per risolvere i suoi dubbi, tirò fuori dalla dispensa una bottiglia di whisky, accese la tv buttandosi sul divano e iniziò a tracannarsela. Del resto, non aveva molta importanza. Poco dopo si appisolò.

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