domenica 16 novembre 2014

Elogio della domanda ingenua

Niente da fare: il modo più semplice, più rapido, più divertente, più efficace e (quasi) infallibile per trovare buone risposte è farsi buone domande. “Giudicate un uomo dalle sue domande più che dalle sue risposte”, dice Voltaire.

Farsi domande è un atto creativo: l’espressione di un atteggiamento che comprende curiosità, pensiero indipendente, apertura mentale, capacità di negoziare con il caos e l’incertezza.


Insomma, santa polenta!, fatevi delle domande. Sempre. Avete notato che un punto interrogativo a testa in giù somiglia a un amo? Bene: buttatelo nel mare del possibile, e vedrete che qualcosa di interessante ci resterà attaccato.

Se per caso vi state chiedendo quali domande conviene farsi (anche questa è una buona domanda), ecco qui:

  • Domande ingenue, le migliori per trovare nuove prospettive: che cos’è? Come funziona? Perché succede? Come comincia? Che senso ha? Quanto mi piace? … e perché?
  • Domande paradossali, ideali per cambiare punto di vista: è il magico what if, “che cosa succederebbe se…” (fosse più pesante? Più leggero? Capovolto? Peloso? Se costasse il doppio, oppure niente? Se avesse le ali… se fosse una pizza? Un cane? Che cosa succederebbe se la forza di gravità sulla Terra raddoppiasse? Se sparisse il denaro? Se fossimo alti tre metri?).
  • Domande ossessive, perfette per ottimizzare o finalizzare: si può fare meglio? In meno tempo? Con costi (economici, ambientali, umani…) inferiori? È utile? È efficace? È coerente? È equilibrato? O c’è qualcosa che non va? E che cos’è?
  • Domande metodologiche: qual è l’obiettivo? Qual è il prossimo passo? Quali sono i rischi e le opportunità? Quali sono i vincoli? Quali sono le risorse necessarie?


Ah: infine, un piccolo trucco. Per farvi delle buone domande, dovete dimenticarvi – ma sul serio – tutte le risposte che presumete di conoscere già.

da blog di Annamaria Testa su Internazionale. 
http://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2014/11/10/domande-creative

domenica 9 novembre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio - la fine

Melancholia
diretto da Lars von Trier





> Guarda! È un pianeta che è stato nascosto dietro al sole, e ora passerà sopra di noi. È un passaggio ravvicinato.

> Non mi sembra il momento di spaventare zietta spezza-acciaio con queste cose...

> Se pensi che un pianeta mi spaventi allora sei veramente stupida.


BUONA VISIONE!

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domenica 2 novembre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio - post Halloween, waiting for Christmas

Nightmare Before Christmas
diretto da Henry Selick




Cos'è? Cos'è? Ma che colore è?
Cos'è? Quel bianco intorno a me?
Cos'è? Io non l'ho visto mai! Starò sognando? In guardia, Jack!
Ma cos'è?



BUONA VISIONE!





venerdì 31 ottobre 2014

Walking Dublin : Howth

Gita a Howth. Freddo porco.
Howth è una piccola città portuale a nord di Dublino, in cui tira un vento della madonna. La città è posta all'estremità di Howth Head, che sarebbe il promontorio a nord della città. Comunque, a parte il vento, si può fare una bella passeggiata, se si riesce a stare in piedi, certo..
Ci sono anche le foche e non c'è una eccessiva puzza di pesce.

http://en.wikipedia.org/wiki/Howth

Qualche foto.









Non so se l'avevate capito ma fa un freddo porco e tira abbastanza tanto vento.


mercoledì 29 ottobre 2014

Walking Dublin : Phoenix Park

Oggi si sfrutta il sole e si va in gita a Phoenix Park.
Dopo aver seguito il corso del Liffey per un paio di chilometri dal centro, si entra in Chesterfield Street, una strada che taglia a metà il parco da cui partono alcuni sentieri diretti nei boschi e nei prati.
Nel parco sono presenti molti cerbiatti e daini e alzando gli occhi si può vedere qualche scoiattolo che scorrazza qua e là.


http://it.wikipedia.org/wiki/Phoenix_Park

Qualche foto









domenica 26 ottobre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Into the wild
regia di Sean Penn






Il mare non fa mai doni se non duri colpi e qualche volta un'occasione di sentirsi forti. Ora, io non so molto del mare, ma so che qui è così, e quanto importi nella vita non già di essere forti ma di sentirsi forti, di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda senza altri aiuti che le proprie mani e la propria testa. 



BUONA VISIONE!

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domenica 19 ottobre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

The prestige
diretto da Christopher Nolan





Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti.
La prima parte è chiamata "La Promessa".
L'illusionista vi mostra qualcosa di ordinario: un mazzo di carte, un uccellino, o un uomo. Vi mostra questo oggetto, magari vi chiede di ispezionarlo, di controllare che sia davvero reale, sia inalterato, normale. Ma ovviamente è probabile che non lo sia...
Il secondo atto è chiamato "La Svolta".
L'illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ora voi state cercando il segreto, ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando, voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati. Ma ancora non applaudite. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente, bisogna anche farla riapparire. Ecco perché ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo "Il Prestigio".



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domenica 12 ottobre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

8 donne e un mistero
diretto da François Ozon





> Ah bambine calmatevi, bisogna andare a chiedere aiuto!

> Gaby, vai con la macchina, sbrigati.

> E se l'assassino è ancora qui?

> Non ci ricamare su piccolina, non c'ha aspettato, ormai è scappato da un pezzo. Sarà uscito dalla porta, da dove è entrato. L'assassino è più furbo di quanto crediamo... e più vicino.

> Vuol dire che qua intorno si aggira un uomo?

> Un uomo? Perché un uomo?

> Che altro potrebbe essere?

> Una donna...


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sabato 11 ottobre 2014

#BibliotecaIdeale: Bram Stoker, Dracula

> "D'accordo!" ha detto Arthur; "Lo trovo corretto. E ora che i pourparlers sono terminati, posso chiedervi che cos'è che dobbiamo fare?"

"Voglio che voi venite con me, e venite in segreto, al cimitero di Kingstead."

Il volto di Arthur si è rabbuiato mentre diceva, quasi stupefatto: "Dove è sepolta la povera Lucy?"
Il professore ha annuito. Arthur ha proseguito: "E una volta lì?".



"Voglio che entriamo in tomba!" Arthur è balzato in piedi.

"Professore, siete in buona fede o è uno scherzo mostruoso? Perdonatemi, vedo che siete in buona fede." Si è riseduto, ma capisco che se ne stava rigido e impettito come chi si sente ferito nella sua dignità. C'è stato un attimo di silenzio, e poi ha domandato: "E quando siamo nella tomba?"

"Noi apriamo la bara!"

domenica 5 ottobre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Secret window
diretto da David Koepp






So di potercela fare, disse Tod Downy prendendo un'altra pannocchia di granturco dalla scodella fumante, sono sicuro che con il tempo non resterà più una briciola di lei e la sua morte diventerà un mistero anche per me.



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venerdì 3 ottobre 2014

Comprare una nuova forma di libertà

[...] In mezzo a questa infinita ricchezza di forme e di colori, passeggiano folle di gente che fino a poco tempo fa vivevano in un mondo in disavanzo cronico. E ora, di colpo, senza preannuncio, sono stati gettati in un mondo in cui il problema maggiore è scegliere tra una mercanzia e l'altra. I loro genitori o forse loro stessi ricordano ancora i tempi in cui la fame era un'esperienza comune e quotidiana. Ora devono confrontarsi con l'esperienza della sovrabbondanza di beni e dell'accesso illimitato a ogni bene.

[...] Mi piace il mio mercato lungo il fiume. E' un luogo perfetto per meditare su come il mondo si va trasformando. [...] Su tutta la piazza del mercato si innalza un effluvio di profumi contraffatti e spezie esotiche. Come su tutti i mercati del mondo.

Andrzej Stasiuk

domenica 28 settembre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Ruby Sparks
diretto da Jonathan Dayton e Valerie Faris




Questa è la storia vera e impossibile del mio grandissimo amore. Nella speranza che lei legga e non mi rimproveri, ho omesso tanti dettagli rivelatori. Il suo nome, i particolari della sua nascita e della sua infanzia e ogni cicatrice o voglia in grado di rivelare la sua identità. Ciò nonostante non posso impedirmi di scrivere questa storia per lei, per dirle mi dispiace per ogni parola che ho scritto per cambiarti, mi dispiace per così tante cose. Non ti ho mai vista veramente quando eri con me, e adesso che te ne sei andata ti vedo dappertutto. Leggendo questa storia si potrebbe pensare "è magia!". Ma innamorarsi è un atto di magia, così come scrivere. A proposito de Il giovane Holden hanno detto: "Un tale miracolo narrativo deve ancora ripetersi. La creazione di un essere umano con carta, inchiostro, stampa e immaginazione". Io non sono J.D. Saliger ma sono testimone di un rarissimo miracolo. Come potrà dirvi ogni scrittore, nella condizione più felice e più fortunata le parole non sgorgano da noi ma attraverso noi. Lei mi si è presentata da sola, io ho solo avuto la fortuna di poterla descrivere. 



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domenica 21 settembre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Full metal jacket
diretto da Stanley Kubrick





Questo è il mio fucile.
Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio.
Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita.
Io debbo dominarlo come domino la mia vita.
Senza di me il mio fucile non è niente; senza il mio fucile io sono niente.
Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò.
Al cospetto di Dio giuro su questo credo: il mio fucile e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace, amen.



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mercoledì 17 settembre 2014

Le erbe di Grice: ingredienti per una buona conversazione

Nel 1975 il filosofo inglese Paul Grice ha elaborato alcune dritte da seguire nelle nostre conversazioni quotidiane. Visto il tram tram quotidiano, sentito il parere degli esperti, accolte e poi respinte le obiezioni dei cialtroni, ci sentiamo in dovere di enunciarle.


Le massime di Grice si dividono in quattro tipi.


di quantità. - "Dai un contributo tanto informativo quanto richiesto"; "Non dare un contributo più informativo di quanto richiesto".

di qualità. - "Non dire ciò che credi essere falso"; "Non dire ciò per cui non hai prove adeguate".

di relazione. - "Sii pertinente!"

di modo. - "Evita l'oscurità di espressione"; "Evita l'ambiguità"; "Sii breve"; "Sii ordinato nell'esposizione".




Sii cortese



Tratto da P. Grice, Logic and Conversation, 1975

domenica 14 settembre 2014

I filmone della domenica pomeriggio

Strade perdute
diretto da David Lynch




> Ci siamo già incontrati mi pare...

> Non mi sembra. ...E dove ci saremmo visti?


> A casa tua, l'hai dimenticato?

> No, no, è impossibile. Ne è sicuro?

> Altroché. Ad essere più precisi, sono lì in questo istante.

> Dove dovrebbe essere in questo istante?

> A casa tua.

> È assurdo, non la bevo!

> Chiamami. Fai il tuo numero... coraggio.




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venerdì 12 settembre 2014

#BibliotecaIdeale - J. Conrad, La linea d'ombra

Dopo il tramonto salii ancora una volta sul ponte, e vi trovai soltanto un vuoto silenzioso. La sottile, indefinita crosta della terra non si distingueva più. Le tenebre si erano levate intorno alla nave come un'emanazione misteriosa dalle acque tacite e solitarie. Mi appoggiai alla battagliola e tesi l'orecchio alle ombre della notte.



Non un suono. La mia nave avrebbe potuto essere un pianeta in un vertiginoso volo lungo la sua orbita prefissata, in uno spazio di infinito silenzio. Mi afferrai alla battagliola come se il sento dell'equilibrio mi sfuggisse definitivamente. Che assurdità.


domenica 7 settembre 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

The butterfly effect
diretto da Eric Bress e J. Mackye Gruber




Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo.



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martedì 2 settembre 2014

Rasoi, scope e altre amenità

Circa 700 anni fa, un tizio (che per caso era un logico) enunciò una legge passata alla storia come “Il Rasoio di Occam”, espressione utilizzata con piglio intellettuale da tutti quelli che hanno letto due libri di filosofia. In verità, è un principio molto più antico, noto anche con il nome latino di Lex parsimoniae.

Esistono varie versioni del rasoio di Occam, la più efficace e nota è questa: «per spiegare qualcosa, non moltiplicare gli elementi più del necessario» oppure «Non considerare la pluralità più del necessario». Il che significa: se hai una spiegazione semplice e lineare per un fenomeno, evita di inventarti stronzate che non servono a nulla!

Possiamo utilizzare il rasoio di Occam, ad esempio, nelle leggi di Keplero sull’orbita dei pianeti: se le leggi di Keplero spiegano perfettamente l’andamento dei corpi celesti, non abbiamo bisogno di immaginare l’esistenza di alieni verdi e brutti che pilotano i pianeti stessi. Semplice no?

Fin qui sembra tutto bello. Qual è il problema? Il problema è quello che il biologo molecolare Sidney Brenner chiama “La Scopa di Occam”, cioè quando un sostenitore di una qualsiasi teoria nasconde particolari non perfettamente coerenti con quello che sostiene. Per cui, la sua versione dei fatti sembra perfetta agli occhi dei non esperti, salvo poi rivelarsi piena di insidie quando un esperto (cioè qualcuno che sa veramente quello che dice) mette la sua proposta alla prova dei fatti.

Nella vita di tutti i giorni, sopratutto su Internet, i teorici del complotto sono maestri nell’utilizzare la Scopa di Occam: evita pure di raccontare tutta la storia, tanto ci sarà sempre qualcuno più credulone di te che immaginerà i dettagli più stupidi e che sarà disposto a crederti.

Ma per coloro che aspirano a essere presi sul serio, questo artificio andrebbe evitato. Se non altro, per evitare figure di merda davanti a tutti.



COMPITO A CASA.
Riflettere su questa citazione
«Uno dei tentativi meno convincenti di applicare il rasoio di Occam a un problema spinoso è l’affermazione che presupporre l’esistenza di un Dio creatore dell’universo sia più semplice e più economico di tutte le alternative. Ma come può essere economico ipotizzare l’esistenza di un entità soprannaturale e incomprensibile?»

Tratto da D. Dennett, Strumenti per pensare.

domenica 31 agosto 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Identità
diretto da James Mangold




Salendo le scale ieri sera
ho incontrato un uomo che non c'era.
Nemmeno oggi lui è qua
spero tanto che se ne andrà... 


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domenica 24 agosto 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

The Blues Brothers
diretto da John Landis




Un orologio digitale Timex, rotto.
Un profilattico non usato.
Uno... usato.
Un paio di scarpe, nere.
Una giacca di un abito nero.
Un paio di pantaloni di un abito nero.
Un cappello, nero.
Un paio di occhiali neri.
23 dollari e 12 cents.
Firma qui.



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sabato 23 agosto 2014

Come riconoscere un lombardo al mare

Ci sono diversi modi per individuare un lombardo al mare. Questa pratica guida può tornarvi utile. Ricerca basata su anni e anni di studi e guidata da me medesimo. Sempre per quella storia dell’autostima.

> La macchina
Anzitutto ci sono due tipi di lombardi: il bauscia milanese col SUV e tutti gli altri. Se il bauscia lo riconosci perché sfreccia in corsia di emergenza ai 160 all’ora mentre sei in coda, tutti gli altri guidano una Station Vagon carica all’inverosimile. E poco importa se vanno a Pizzo Calabro o a Casalborsetti: la loro automobile sembra la Stanza delle Necessità di Harry Potter. Perché il vero lombardo è un tipo previdente, anche in vacanza.

> L’abbronzatura
L’abbronzatura, in verità, non c’è. Il vero lombardo passa dal color neon dell’ufficio al rosso gamberetto di mare, passando per un rosa shocking che farebbe svenire anche Enzo Miccio. Spicca sulla spiaggia come una cacca di cane in mezzo al salotto di casa. E anche se agli occhi degli indigeni sembra soffrire tantissimo, lui è troppo orgoglioso per ammetterlo quindi porta il suo fardello in silenzio, un po’ come Frodo sul Monte Fato.

> Il rapporto con il pesce 
Il vero lombardo il pesce lo mangia due, massimo tre volte all’anno. Cosicché quando torna a casa dopo essersi ingozzato per 15 giorni di gamberetti e cozze deve annunciare a tutti i conoscenti “quanto cazzo era buono quel pesce”. Poco importa se gli è venuta la salmonellosi, l’importante è poter assumere l’espressione trionfante tipica di chi ha raggiunto l’obiettivo della vita.

> Il posto in spiaggia
Il lombardo circoscrive il suo territorio sulla spiaggia con un paio di gazebo, tavoli, sedie, barbecue e campo da beach volley personale. Quelli del luogo si chiedono se nella notte sia spuntato un nuovo impianto balneare, almeno finché il lombardo è costretto a tornare al nord, scomparendo da un giorno all’altro. L’indizio madre che può suggerirvi la presenza di un lombardo in spiaggia è la presenza della Gazzetta dello Sport, vera e unica compagna del lombardo in vacanza.

> La suocera
Generalmente in vacanza con il lombardo viene anche la suocera, la mamma di lei. È la fonte del 99% delle rotture di palle, ragion per cui viene chiusa nella stanza d’albergo almeno 20 ore al giorno a cucinare, rassettare la casa o tenere i marmocchi.

> L’atmosfera triste
Il lombardo al mare è circondato da un alone di tristezza non quantificabile, soprattutto perché parla solo di lavoro e di quanto ha fatto schifo l’Inter quest’anno (tradizione che ci accompagna da almeno cinquant’anni). L’atmosfera triste aumenta negli ultimi due o tre giorni di vacanza, quando il lombardo è già psicologicamente proiettato al ritorno a casa e già tende al gioioso colore del neon.


Di solito il lombardo dimentica qualcosa nel luogo di villeggiatura: si sa, è la legge dei grandi numeri. Molto spesso è un caricabatterie del telefono, nel migliore dei casi dimentica la suocera.

domenica 17 agosto 2014

Il filmone della domenica pomeriggio - ciao Robin

La leggenda del re pescatore
diretto da Terry Gilliam






La conosci la storia del Re Pescatore?
Comincia col re da ragazzo che doveva passare la notte nella foresta per dimostrare il suo coraggio e diventare re, e mentre passa la notte da solo è visitato da una visione sacra: nel fuoco del bivacco gli appare il Santo Graal, simbolo della grazia divina, e una voce dice al ragazzo: "Tu custodirai il Graal onde possa guarire il cuore degli uomini!". Ma il ragazzo, accecato dalla visione di una vita piena di potere, di gloria, di bellezza, in uno stato di completo stupore, si sentì per un attimo non un ragazzo, ma onnipotente come Dio, allungò la mano per prendere il Graal e il Graal svanì lasciandogli la mano tremendamente ustionata dal fuoco. E mentre il ragazzo cresceva la ferita si approfondiva, finché un giorno la vita per lui non ebbe più scopo, non aveva più fede in nessuno, neanche in sé stesso, non poteva amare ne sentirsi amato, era ammalato di troppa esperienza e cominciò a morire.
Un giorno un giullare entrò al castello e trovò il re da solo ed essendo un semplice di spirito egli non vide il re, vide soltanto un uomo solo e sofferente, e chiese al re: "Che ti addolora amico?" e il re gli rispose: "Ho sete e vorrei un po' d'acqua per rinfrescarmi la gola". Allora il giullare prese una tazza che era accanto al letto, la riempì d'acqua e la porse al re, ed il re cominciando a bere si rese conto che la piaga si era rimarginata. Si guardò le mani e vide che c'era il Santo Graal, quello che aveva cercato per tutta la vita. Si volse al giullare e chiese stupito: "Come hai potuto trovare tu quello che i miei valorosi cavalieri mai hanno trovato?" e il giullare rispose: "Io non lo so, sapevo solo che avevi sete".



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giovedì 14 agosto 2014

E alla fine arriva Ludwig.

Immaginatevi il nostro Bertrand "Berty" Russell, filosofo e matematico affermato (nonché guida spirituale dell'autore), seduto pipa alla mano nel suo studio del Trinity College.
Siamo nel 1911. Proprio l'anno prima Russell e Whitehead hanno pubblicato i Principia Mathematica, studio destinato ad avere un grande successo nella filosofia e matematica del XX secolo, e che ha consacrato i due autori ad una grande fama accademica.

Ad ogni modo, figuratevi un simpatico Russell tutto tranquillo nel suo ufficio. All'improvviso "un tedesco sconosciuto apparve sulla porta, parlando un pessimo inglese ma rifiutandosi di parlare tedesco. Disse di essere un uomo che studiò ingegneria a Charlottenburg, ma che durante il suo corso acquisì la passione per la filosofia della matematica e che venne a Cambridge con l'obiettivo di seguire le mie lezioni".

Berty, afflitto anche durante la pausa pranzo dallo strano ospite tedesco, per i primi tempi non volle dar troppo peso al suo argomentare ostinato e perverso.

"Il mio ingegnere tedesco è molto polemico fastidioso. Non voleva ammettere che fosse certo che non ci fosse un rinoceronte nella stanza..."

"Penso che il mio ingegnere tedesco sia pazzo. Lui sostiene che nulla di empirico sia conoscibile - gli ho chiesto di ammettere che non ci fosse un rinoceronte nella stanza. Ma lui non ha voluto ammetterlo".

Naturalmente nessun rinoceronte era nell'ufficio di Russell quando dibatteva con lo strano ospite tedesco. Ma la follia di questi incontri è stata molto gravida di conseguenze nella filosofia contemporanea...perchè lo strano ospite tedesco null'altri era che Ludwig Wittgenstein.


I virgolettati sono lettere originali di Russell.
Tratto da Ray Monk, The duty of genius. La traduzione parziale è mia.


domenica 10 agosto 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

C'era una volta in America
di Sergio Leone





> Come sta tua sorella?

> Sono anni che non la vedo. E' una grande star adesso.

> Perché, non si capiva? I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi. Chi avrebbe puntato su te?

> Io avrei puntato tutto su te...

> ...e avresti perso.

> Beh, sei stanco. Buonanotte.

> Buonanotte Moe, grazie.

> Che hai fatto in tutti questi anni, Noodles?

> Sono andato a letto presto.



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Se l'avete già visto, è meglio che spegnete il piccì e andate al mare.


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venerdì 8 agosto 2014

Storia del tacchino induttivista

Un tacchino da allevamento volle formarsi una serie di conoscenze certe sul mondo.

Fin dal primo giorno questo tacchino osservò che, nell'allevamento dove era stato portato, gli veniva dato il cibo alle 9 del mattino. E da buon induttivista non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in una vasta gamma di circostanze: di mercoledì e di giovedì, nei giorni caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole. Così arricchiva ogni giorno il suo elenco di una proposizione osservativa in condizioni più disparate. Finché la sua coscienza induttivista non fu soddisfatta ed elaborò un'inferenza induttiva come questa: "Mi danno il cibo alle 9 del mattino". Questa concezione si rivelò incontestabilmente falsa alla vigilia di Natale, quando, invece di venir nutrito, fu sgozzato.


Bertrand Russell

domenica 3 agosto 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Good bye Lenin!
diretto da Wolfgang Becker




> Quarantasette marchi e ottanta? All'Ovest non ci pagavi neanche la bolletta del telefono!


> Peccato che qui prima che te l'allaccino ci vogliano dieci anni...



BUONA VISIONE!

giovedì 31 luglio 2014

#BibliotecaIdeale - Cervantes, Don Chisciotte della Mancia

E così dicendo spronò il cavallo Ronzinante, senza badare a quel che gli gridava lo scudiero per avvertirlo che, certissimamente, erano mulini a vento e non giganti quelli che stava per assalire. 
Ma egli s'era così incaponito che fossero giganti da non udire le grida del suo scudiero Sancio, nè, per quanto già fosse molto vicino, s'accorgeva di quel che erano; anzi andava vociando:

-Non fuggite, gente codarda e vile; chè è un cavaliere solo colui che vi assale.




Si levò frattanto un po di vento, e le grandi pale cominciarono ad agitarsi. Il che avendo visto don Chisciotte, disse: 

-Ma per quanto agitiate più braccia di quelle del gigante Briareo, me la pagherete.

E così dicendo e raccomandandosi di tutto cuore alla sua dama Dulcinea, chiedendole che lo soccorresse a quel passo, ben difeso dalla sua rotella, con la lancia in resta, mosse all'assalto, al gran galoppo di Ronzinante, e attaccò il primo mulino che gli era dinnanzi.

domenica 27 luglio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Ogni cosa è illuminata
diretto da Liev Schreiber




Ho riflettuto molto spesso sulla nostra rigida ricerca; mi ha dimostrato come ogni cosa è illuminata dalla luce del passato, è sempre lungo il nostro fianco: dall'interno guarda l’esterno, come dici tu, alla rovescia. Jonfen, in questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita e tu sarai sempre lungo il fianco della mia.



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(non ho trovato uno streaming con i sub ita, ma si segue bene anche in inglese)

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domenica 20 luglio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Amore e guerra
diretto da Woody Allen





> Boris, guarda questa foglia... non è perfetta? E questa? Guarda... oh sì, sono convinta che questo è il migliore dei mondi possibili.

> Beh, è certo il più costoso.

> Non è incredibile la natura?

> Per me la natura è... sai... non lo so: i ragni, le cimici, il pesce grosso che mangia il piccolo, le piante che mangiano altre piante, animali che man... è un enorme ristorante, così la vedo.

> Sì però se Dio l'ha creata deve essere bella. Anche se il suo piano non ci è chiaro per il momento.

> Sonja, e se Dio non esistesse?

> Boris Dimitrovic, stai scherzando?

> E se fossimo solo un branco di gente assurda che corre intorno senza nesso o ragione?

> Ma se non esiste Dio la vita non avrebbe alcun significato, perché dovremmo continuare a vivere? Perché allora non suicidarsi?

> Beh, non facciamo gli isterici, potrei sbagliare. Io oggi mi uccido e domani "lui" concede un'intervista.

> Boris, ti dimostro com'è assurda la tua posizione. D'accordo, diciamo che Dio non c'è e ogni uomo è libero di fare tutto quello che vuole... beh, e allora chi ti impedisce di ammazzare qualcuno?

> L'omicidio è immorale!

> L'immoralità è soggettiva.

> Sì, ma la soggettività è oggettiva.

> Non negli schemi percettivi razionali.

> La percezione è irrazionale, implica imminenza.

> Ma il giudizio di ogni sistema o relazione prioritaria dei fenomeni esiste in ogni contraddizione razionale o metafisica o almeno epistemologica per concetti astratti ed empirici come 'esistere' o 'essere' o 'accadere' nella cosa stessa e della cosa stessa.

> Sì questo è vero, anch'io lo dico sempre.

> Boris, noi dobbiamo credere in Dio.

> Potessi vedere un miracolo! Solo un miracolo un... un passaggio del mar Rosso o una resurrezione o mio zio Sasha offrire un pranzo.

> Non ci resta che tornare di sotto. Già ora gli ultimi raggi dorati del tramonto stanno dileguando a oriente dietro le verdi colline. La scura coltre della notte presto si stenderà su noi tutti.

> Ehi, si sente che hai fatto ragioneria!



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martedì 15 luglio 2014

Disagio 2.0: Il mondo negli anni a.W.

(Siccome pochi ne parlano, neanche fosse il profilo Twitter di Balotelli.)

Si stava male prima, prima cioè che arrivasse internet. 
Eravamo quasi costretti ad uscire di casa.


Poi arrivò la Nuova Rivelazione portata da questi social media manager,
 social minchia strategist, Ceo, Cip e Ciop tutti così Stay Hungry, Stay Foolish: il wifi.
È indubbio che prima di questo famigerato anno 0 si stava veramente male.



Cioè, negli anni  a.W. (avanti Wifi) non avevamo il santone digitale di turno
 che ci diceva cosa fare, né quale fosse l’hashtag giusto per fare gli indignati su Twitter.



Negli anni d.W. invece si sta benone, tu fai click su qualche link in qualche blog (tipo questo. nda) e un Ceo ti dice cosa devi pensare, che film devi vedere la domenica pomeriggio e addirittura quale carne non mangiare per essere solidale con quei quattro stronzi vegani di Scientology.
E tutto questo senza neanche salutarti, senza neanche un «Ceo.»



Negli anni a.W., per esempio, la parola “Nerd” era ancora ritenuta un insulto riservato a quella stretta cerchia di bambocci grassi, unti e brufolosi che passavano le notti davanti a Windows95 o a giocare a Magic.


(massimo rispetto per quelli che hanno mantenuto lo spirito originale,
 ma fate schifo uguale, fatevene una ragione.)


Ma il momento è rilevante, perché stiamo cambiando il modo di raccontare la realtà 2.0 semplicemente mettendo didascalie tragiche (di solito in Arial Black giallo o verde, praticamente un tripudio di colori) su immagini trovate a caso su Google, in modo da poterle condividere con altri cretini come noi che stanno su Twitter a seguire le pornostar.



Qualche curiosità sul mondo d.W.


Lo sapevate che gli spagnoli non dicono uaifai ma vifì?

Lo sapevate che Internet, infernet, interdet?


Lo sapevate che «Mamma, ho un cavo usb nelle vene.»?