Udiamo un
tremendo boato provenire dal fondo del campo. Uno scoppio, delle luci, un denso
fumo nero. È l’Apocalisse? Il Vesuvio si è risvegliato? No, sono solamente i
maledetti fuochi d’artificio che Annina deve aver comprato su
bottiillegali.com. Il pubblico scappa urlando. Noi restiamo spiazzati.
Ludovico
prende in mano la situazione. Ci spinge sul palco dove stende il cartellone e
inizia ad urlare frasi come “basta essere emarginati! Vogliamo un’opportunità
anche noi!” e cose simili. Ma quando si accorge che noi altri siamo
pietrificati, le persone fuggono spaventate, il fumo avanza sempre di più e
l’unico che sembra ascoltarci è il suo amico giornalista si zittisce anche lui.
Isaia
continua ad allungare il collo per cercare Lucilla, la neo eletta miss che
sembra essersi dileguata insieme alla folla, mentre io e Carolina non sappiamo
cosa fare. Sentiamo qualcuno che chiama i carabinieri. Ecco, questo è il
momento perfetto per dileguarsi.
Veniamo
raggiunti dagli altri tutti sporchi di fuliggine, ma l’unico che sembra
spaventato è solo Clodoveo.
“Sei una
pazza furiosa!” grida Isaia ad Annina. “Hai detto che tuo nipote vendeva i
fuochi in un negozio!”
Annina
scrolla le spalle con un sorrisino malizioso. “Non ho detto che li vendeva
legalmente.”
Dio, ci
siamo affidati ad una assassina! Scemi noi!
“Dobbiamo
scappare!” dice Clodoveo.
Ludovico si
è chiuso in se stesso, non parla, non fa niente. Ho paura che la delusione per
il fallimento del suo piano l’abbia traumatizzato.
E in un
lampo siamo saliti in auto e fuggiamo a tutta velocità. Sono capitata in
macchina con Ludovico, Woody e Isaia. Siamo muti come tombe.
“Beh si può
dire che è stata una serata col botto.”
La battuta
di Isaia è tremenda, ma siamo talmente stanchi, spaventati, sconcertati che
scoppiamo tutti in una sonora risata. E la tensione svanisce come per magia.
Anche Ludovico che prima aveva un’aria così abbattuta sembra una persona nuova.
Facciamo tutto il tragitto ripercorrendo le varie vicissitudini della serata e
perfino Woody riesce ad aprire bocca senza ricadere sul solito tema di Woody
Allen.
Non so dire
cosa sia successo questa sera né nei giorni precedenti, ma una cosa è certa,
sono una persona nuova, siamo persone nuove.
Quando ho
deciso di imbarcarmi in questa avventura sapevo già che sarebbe stato un fiasco
completo, ma non avrei mai pensato che in fondo qualcosa avrei guadagnato.
Qualcosa di più importante del “non essere più emarginata.”
Il giorno
dopo la terribile serata non sono sicura di come potranno andare le cose tra me
e gli altri. Ora che abbiamo fallito l’impresa c’è la concreta possibilità di
non vedersi né sentirsi più. Ma terminato il mio turno di lavoro trovo un
messaggio di Carolina sul telefono e una mail di Ludovico che ci invia la
pagina del giornale di Castellucciolo sul Po. Il suo amico giornalista è
riuscito a strappare due righe per noi sull’ultima pagina vicino ai necrologi.
Veniamo additati come un “folcloristico gruppo dalle dubbie intenzioni.” Beh
meglio “folcloristico” di “pazzo maniaco fuori di testa”. Quel pomeriggio
decidiamo di incontrarci di nuovo tutti, non più a casa di Ludovico, ma ad un
bar, come un qualsiasi gruppo di amici.
Isaia porta
con sé Lucilla, la miss, che, in fondo in fondo, è meno oca di quello che
sembra. Carolina ci fa conoscere la sua ragazza e Clodoveo mi dà il suo numero
di telefono dicendo che “qualche volta, magari, se vuoi, se ti va, se sei
libera, possiamo vederci.” Non sono mai stata più felice. Trascorriamo un’ora
molto piacevole dove stabiliamo che il nostro piano di riscossa contro il mondo intero è da considerarsi fallito. Ma va bene così. E quando dobbiamo andare ci ripromettiamo di incontrarci nel
weekend.
E lo
facciamo davvero.
Mi sento
tutti i giorni con Carolina e con gli altri riusciamo a vederci almeno
una volta a settimana. Isaia e Annina continuano a lanciarsi frecciatine e non
sappiamo ancora se Annina sia davvero una folle omicida o meno, ma va bene
così. Forse possiamo dire di essere amici.
Siamo ancora
emarginati? Non so rispondere a questa domanda, perché forse non siamo mai
stati emarginati, non davvero.
Carolina ha
capito che in fondo nessuno la escludeva ma era solo lei a crederlo pensando
che il suo essere lesbica e di colore potesse allontanare tutti, ma non è mai
stato così.
Clodoveo sta
iniziando a dare una possibilità alle persone, a partire da me.
Woody è
fatto così, è strano indubbiamente e molti potrebbero non accettare o capire
questa sua stranezza, anche io fatico a farlo, ma non credo che dopotutto a lui
importi davvero.
Isaia e
Annina hanno semplicemente capito che ciò che serve a loro è evitare di
presentarsi come “l’ebreo quindi l’odiato dalla società” e “l’assassina.” Semplicemente
come Isaia e Annina nessuno li esclude.
Ludovico sa
di essere un’idealista e, nonostante non voglia cambiare, ha deciso che per il
bene suo e di sua figlia è il momento di cercare di tenere anche i piedi per
terra, almeno fino a quando le cose non si sistemeranno.
E io? Ora so
che sono sempre stata io la prima a credere che il mio aspetto spaventasse gli
altri. Credevo di valere solo per la mia immagine, ero io la superficiale, non
gli altri, e questa mia convinzione non ha fatto altro che rinchiudermi in me
stessa negando così la mia femminilità e la mia bellezza. Perché io sono bella.
Adesso ho
degli amici, le mie colleghe mi parlano, esco (più o meno) con un uomo e voglio
trasferirmi in una casa tutta mia. Continuo a mangiare cinque cotolette
ignorando gli sguardi di mia mamma e non mi vergogno più di quello che leggo.
Questa sera ho guardato per la prima volta “Titanic”, in salotto, davanti a
tutta la mia famiglia e ho pianto come una ragazzina.
E mi sono
sentita felice.
Nessun commento:
Posta un commento