venerdì 21 febbraio 2014

Il club degli emarginati (6)

Udiamo un tremendo boato provenire dal fondo del campo. Uno scoppio, delle luci, un denso fumo nero. È l’Apocalisse? Il Vesuvio si è risvegliato? No, sono solamente i maledetti fuochi d’artificio che Annina deve aver comprato su bottiillegali.com. Il pubblico scappa urlando. Noi restiamo spiazzati.
Ludovico prende in mano la situazione. Ci spinge sul palco dove stende il cartellone e inizia ad urlare frasi come “basta essere emarginati! Vogliamo un’opportunità anche noi!” e cose simili. Ma quando si accorge che noi altri siamo pietrificati, le persone fuggono spaventate, il fumo avanza sempre di più e l’unico che sembra ascoltarci è il suo amico giornalista si zittisce anche lui.
Isaia continua ad allungare il collo per cercare Lucilla, la neo eletta miss che sembra essersi dileguata insieme alla folla, mentre io e Carolina non sappiamo cosa fare. Sentiamo qualcuno che chiama i carabinieri. Ecco, questo è il momento perfetto per dileguarsi.
Veniamo raggiunti dagli altri tutti sporchi di fuliggine, ma l’unico che sembra spaventato è solo Clodoveo.
“Sei una pazza furiosa!” grida Isaia ad Annina. “Hai detto che tuo nipote vendeva i fuochi in un negozio!”
Annina scrolla le spalle con un sorrisino malizioso. “Non ho detto che li vendeva legalmente.”
Dio, ci siamo affidati ad una assassina! Scemi noi!
“Dobbiamo scappare!” dice Clodoveo.
Ludovico si è chiuso in se stesso, non parla, non fa niente. Ho paura che la delusione per il fallimento del suo piano l’abbia traumatizzato.
E in un lampo siamo saliti in auto e fuggiamo a tutta velocità. Sono capitata in macchina con Ludovico, Woody e Isaia. Siamo muti come tombe.
“Beh si può dire che è stata una serata col botto.”
La battuta di Isaia è tremenda, ma siamo talmente stanchi, spaventati, sconcertati che scoppiamo tutti in una sonora risata. E la tensione svanisce come per magia. Anche Ludovico che prima aveva un’aria così abbattuta sembra una persona nuova. Facciamo tutto il tragitto ripercorrendo le varie vicissitudini della serata e perfino Woody riesce ad aprire bocca senza ricadere sul solito tema di Woody Allen.
Non so dire cosa sia successo questa sera né nei giorni precedenti, ma una cosa è certa, sono una persona nuova, siamo persone nuove.

Quando ho deciso di imbarcarmi in questa avventura sapevo già che sarebbe stato un fiasco completo, ma non avrei mai pensato che in fondo qualcosa avrei guadagnato. Qualcosa di più importante del “non essere più emarginata.”
Il giorno dopo la terribile serata non sono sicura di come potranno andare le cose tra me e gli altri. Ora che abbiamo fallito l’impresa c’è la concreta possibilità di non vedersi né sentirsi più. Ma terminato il mio turno di lavoro trovo un messaggio di Carolina sul telefono e una mail di Ludovico che ci invia la pagina del giornale di Castellucciolo sul Po. Il suo amico giornalista è riuscito a strappare due righe per noi sull’ultima pagina vicino ai necrologi. Veniamo additati come un “folcloristico gruppo dalle dubbie intenzioni.” Beh meglio “folcloristico” di “pazzo maniaco fuori di testa”. Quel pomeriggio decidiamo di incontrarci di nuovo tutti, non più a casa di Ludovico, ma ad un bar, come un qualsiasi gruppo di amici.
Isaia porta con sé Lucilla, la miss, che, in fondo in fondo, è meno oca di quello che sembra. Carolina ci fa conoscere la sua ragazza e Clodoveo mi dà il suo numero di telefono dicendo che “qualche volta, magari, se vuoi, se ti va, se sei libera, possiamo vederci.” Non sono mai stata più felice. Trascorriamo un’ora molto piacevole dove stabiliamo che il nostro piano di riscossa contro il mondo intero è da considerarsi fallito. Ma va bene così. E quando dobbiamo andare ci ripromettiamo di incontrarci nel weekend.
E lo facciamo davvero.
Mi sento tutti i giorni con Carolina e con gli altri riusciamo a vederci almeno una volta a settimana. Isaia e Annina continuano a lanciarsi frecciatine e non sappiamo ancora se Annina sia davvero una folle omicida o meno, ma va bene così. Forse possiamo dire di essere amici.
Siamo ancora emarginati? Non so rispondere a questa domanda, perché forse non siamo mai stati emarginati, non davvero.
Carolina ha capito che in fondo nessuno la escludeva ma era solo lei a crederlo pensando che il suo essere lesbica e di colore potesse allontanare tutti, ma non è mai stato così.
Clodoveo sta iniziando a dare una possibilità alle persone, a partire da me.
Woody è fatto così, è strano indubbiamente e molti potrebbero non accettare o capire questa sua stranezza, anche io fatico a farlo, ma non credo che dopotutto a lui importi davvero.
Isaia e Annina hanno semplicemente capito che ciò che serve a loro è evitare di presentarsi come “l’ebreo quindi l’odiato dalla società” e “l’assassina.” Semplicemente come Isaia e Annina nessuno li esclude.
Ludovico sa di essere un’idealista e, nonostante non voglia cambiare, ha deciso che per il bene suo e di sua figlia è il momento di cercare di tenere anche i piedi per terra, almeno fino a quando le cose non si sistemeranno.
E io? Ora so che sono sempre stata io la prima a credere che il mio aspetto spaventasse gli altri. Credevo di valere solo per la mia immagine, ero io la superficiale, non gli altri, e questa mia convinzione non ha fatto altro che rinchiudermi in me stessa negando così la mia femminilità e la mia bellezza. Perché io sono bella.
Adesso ho degli amici, le mie colleghe mi parlano, esco (più o meno) con un uomo e voglio trasferirmi in una casa tutta mia. Continuo a mangiare cinque cotolette ignorando gli sguardi di mia mamma e non mi vergogno più di quello che leggo. Questa sera ho guardato per la prima volta “Titanic”, in salotto, davanti a tutta la mia famiglia e ho pianto come una ragazzina.
E mi sono sentita felice.





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