Sei indeciso se darti alla grande e immortale tragedia greca.
Perché tutto sommato, con piglio snob,
credi che le pièce teatrali contemporanee siano robetta post-commerciale
di poco conto.
Soppesi attentamente alla Feltrinelli se
leggerti un mattone sconosciuto sul ruolo della donna durante la Rivoluzione di
velluto in Cecoslovacchia o un Marx qualsiasi, giusto per rinvigorire la tua
coscienza di classe ammorbata di McDonald’s. Coscienza utilizzabile al bisogno.
Poi la riponi sullo scaffale a prendere polvere.
Trovi conforto in un giovane pseudo-intellettuale che passa in
bicicletta con I fiori del Male di
Baudelaire sotto braccio e gli occhiali di John Lennon sopra la barbetta
incolta. Si, la cultura è salva.
E ora puoi continuare a passeggiare per le
vie del centro
con l’andatura ciondolante da dandy del
diciannovesimo secolo,
osservando sprezzante tutti quanti dietro
i tuoi occhialetti scuri e la barbetta incolta.
Ti piace la barbetta incolta e ci tieni a farlo notare. Osservi con
ammirazione le riviste di filosofia rinascimentale in una libreria sotterranea
i cui unici avventori sono i topi. Infatti, hai chiamato il tuo cane Bruno e i
tuoi libri sono sgranocchiati. Non dall'eccessivo utilizzo.
Annunci con nonchalance agli amici di aver
speso più soldi nell’ultimo mese
in
libri di filosofia, religioni orientali, poesia e arte
di quanti tu ne abbia spesi per mangiare,
così da poter riempire lo scaffale da
19,99€ che hai comprato all’Ikea.
Solo poi potrai sederti in poltrona, compiacerti del tuo fascino di
intellettuale,
vantandoti di possedere la cultura.
E senza sapere come finirai a parlare di cultura indiana
e del concetto di Ragione in Cartesio, e della colpa in Anselmo d’Aosta
e ti renderai conto che il mondo cambierà,
se cambierà,
con il tuo esempio e non con le tue
vanagloriose, inutili opinioni.
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