Tutti noi ci siamo imbattuti
almeno una volta in questa figura, a metà tra il mattacchione e il
tispaccolafaccia. Esiste anche un’altra variante, l’animatore da spiaggia, più
tipico delle riviere italiche, ma per il momento questo basta e avanza.
Una voce del Dizionario basata su
una storia “quasi” vera.
Lavori 10 ore al giorno, 6 giorni la settimana, da quasi 10 anni. Si
avvicina il momento più atteso dell’anno, quello per cui hai dovuto rinunciare
a innumerevoli serate con gli amici tra birrerie e night club: le vacanze
estive.
Prenoti una villaggio turistico 4 Stelle qualità Elite pensione
completa. Hai dovuto dare in pegno tuo figlio per farlo, ma va bene lo stesso.
Quel che importa è che là, nel villaggio turistico a 100 metri dal mare,
località Sharm El Sheik, nessuno, e dico nessuno, può romperti i coglioni.
Scendi dall’aereo, agguanti la moglie e le 6 valigie con una gru,
prendi un taxi che ti lascia di fronte alla tua oasi di pace. In due minuti
due, sei in spiaggia: birra fresca, Settimana Enigmistica e Gazzetta sotto
l’ascella, sdraio, ombrellone. La spiaggia è popolata da gente come te, che si
fa amabilmente i cazzi propri. Una sensazione ti riempie il cuore: dopo mesi di
duro lavoro, ti senti a casa, finalmente.
Nemmeno il tunisino che strilla
“coccobbello coccodimmamma!” ti infastidisce. Anzi, prendi un cocco intero e te
lo bevi di botto. Sì, hai raggiunto il Nirvana.
“Ehi ciao, sono Phil, l’animatore del villaggio, vuoi venire a giocare
con noi?!” Un pirletta di venti, venticinque anni ti fa toc-toc sul cappellino. “Un simpaticone
come te non può perdersi il supertorneo di ping-pong e la gita con il cammello
nel deserto ad ammirare gli antichi templi egizi!”
Tu lo guardi, pensi “Da quando nel Nirvana sono previsti i
rompicoglioni?” e gli dici “Senti, ho 40 anni e sono uno stronzo, ci sono 65
gradi al sole e secondo te gioco a ping-pong? ”
Dietro di lui, il cammello è in ginocchio, supplicante. Vorrebbe solo
andare a casa dalla sua famiglia. Ma è costretto a lavorare 10 ore al giorno:
anche lui deve guadagnarsi la pagnotta per pagarsi le ferie e andare due
settimane al fresco. Sì, sei in sintonia col cammello, entrambi condividete lo
stesso destino.
Il giorno dopo. Mentre la moglie bada al marmocchio, decidi di munirti
di bandana e occhiali da sole e farti un giro nel villaggio a cercare qualche
pollastra. Hai già assunto il fascino di Mikey Rourke quando, passeggiando tra
i bungalows, improvvisamente…
“Ehi ciao, sono Jimmy, l’animatore del villaggio, tra pochissimo c’è il
torneo di biglie con in palio una caciotta tunisina, ti va di far parte della
squadra?” tu lo guardi, lui sa di
rompere i coglioni, ma è costretto a farlo, lo pagano, questo imbecille. Non
rispondi, con aria di superiorità prosegui per la tua strada verso il bar, pregustandoti
il cocktail ghiacciato alla papaya.
Individui una giovane pulzella, stai per andare al suo tavolo quando
una voce brufolosa giunge alle tue orecchie “Ehi ciao, sono Miky, l’animatore
del villaggio, tra pochi minuti c’è la gara di freccette e poi la sessione di
pilates, sei dei nostri?! Dopo la sessione un rinfresco a base di datteri e
estratto di banan….”
Non ha ancora finito la frase che, colto da un antico e mistico furore,
gli lanci in testa il tuo cocktail. Fai un fischio e immediatamente arriva il
cammello, che cavalchi all’amazzone. Impennando come Zorro spacchi una noce di
cocco in fronte al barista. La furia e l’incazzatura pervadono il tuo corpo
sudato: il giovane addestratore di cammelli, che è dalla tua parte, ti lancia
una frusta con cui respingi violentemente le orde di animatori inferociti che
accorrono in aiuto.
E poi via al galoppo verso il tramonto, verso il deserto. Abbandonando
per sempre la civiltà, lanci le tue ultime maledizioni egizie parlando in
geroglifico.
Sì, il deserto. Laggiù forse non ci saranno cocktail al mango e belle
pulzelle ad aspettarti, ma almeno nessun animatore potrà più, mai più romperti
i coglioni.
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