Trascorro
tutta la settimana pensando unicamente a ciò che è accaduto in via dei Salici
piangenti riuscendo persino ad ignorare le occhiate pungenti di mia madre e perdendo
addirittura l’appetito. Si, ok, l’appetito non lo perdo, ma mangio un pochino
di meno. Penso a ciò che ha detto Ludovico. Non credo che sabotare un qualsiasi
concorso di bellezza aiuterà gli altri a vederci in maniera differente, ma ogni
volta che mi convinco a pensare “è una scemata, vai avanti con la tua vita e
non pensarci più!” subito penso a cosa ho da perdere. Per la prima volta ho
conosciuto delle persone che si sentono come me e che non mi hanno giudicata,
se non contiamo Isaia, ma lui a quanto pare è un caso irrecuperabile. E così,
senza quasi rendermene conto, ho preso la mia decisione.
L’ascensore
è di nuovo rotto, ma questa volta mi sono ben dotata di salviettine umidificate
con cui ad ogni piano mi rinfresco. Ci impiego il doppio della prima volta a
salire, ma alla fine arrivo a destinazione. È Ludovico ad aprire questa volta e
mi accoglie con un ampio sorriso. “Sono felice che tu sia tornata.”
E io sono
felice di vedere che siamo tornati tutti.
È un po’
imbarazzante salutarsi, ma non posso che rallegrarmi nel vedere il sorriso
sincero di Carolina.
“Sono contento
che nessuno abbia mollato. Vuol dire che ci credete, come me.” esordisce
Ludovico.
Osservo i
volti degli altri. Le loro espressioni imbarazzate significano che non sono
tornati tanto per il terribile piano,
quanto piuttosto per vedere come si evolverà la situazione.
“A quando
l’esecuzione della reginetta?” chiede Annina. Stavolta si è portata un lavoro a
punto croce.
“Non
ammazziamo nessuno! Sei sorda oltre che una pazza assassina?” Grida Isaia.
“Non mi
meraviglia che gli ebrei siano stati perseguitati, sono così maleducati.”
Ludovico
deve bloccare Isaia per impedirgli di strozzare Annina che dal canto suo se la
ride sotto i baffi.
“Cosa
proponi di fare quindi per sabotare il concorso?” Chiede Clodoveo. Strano che
abbia deciso di tornare, ma forse le cose possono cambiare anche per lui.
Ludovico ci
spiega il piano in pochi minuti. Parte di noi dovrebbe restare nascosta dietro
le quinte, striscioni di protesta in mano, l’altra parte dovrebbe appostarsi in
fondo al campo dove si terrà la manifestazione con fuochi d’artificio, pronti a
creare confusione e panico al momento dell’incoronazione della miss.
“E questo
sarebbe il grande piano che ci cambierebbe la vita?” chiede Clodoveo scettico.
Ludovico
arrossisce. “Beh, sì.”
Momento di
silenzio. So che ognuno di noi si sta ripetendo per la millesima volta “chi me
l’ha fatto fare?” ma siamo tutti troppo soli o arrabbiati per mollare.
“Allora
iniziamo i preparativi.” Dice Carolina con un’alzata di spalle.
Dividerci in
gruppi è la cosa più difficile.
Dopo che
Annina ha chiesto a Isaia se da grande anche lui vuole seguire le orme dei suoi
simili e fare l’usuraio e Isaia l’ha quasi ribaltata dalla sedia si è deciso
che i due avrebbero fatto parte di due gruppi diversi. Io propongo di
realizzare il cartellone mentre Ludovico, quale mente del gruppo sovrintenderà
le operazioni occupandosi delle parti più tecniche. Carolina si offre di
aiutarmi e io ne sono ben felice, subito imitata da Isaia che vuole a tutti i
costi sedurla, o perlomeno capire come il suo prorompente sex appeal non
funzioni su di lei. Sorprendentemente, nonostante non sopporti Isaia, (chi lo
sopporta del resto?) Clodoveo si unisce a noi, lasciando Annina e Woody ad
occuparsi dei fuochi d’artificio.
“Siete
sicuri di cavarvela?” chiede Ludovico dubbioso.
“Oh sì, ho
un nipote che lavora in un negozio dove vendono petardi, non ci saranno
problemi.” Lo tranquillizza Annina, anche se io temo che i petardi si rivelino
essere bombe a mano.
“Spero solo
di non diventare cieco psicosomatico.” Interviene Woody. “A Woody Allen è
successo.”
“Io ti
faccio diventare paralizzato. E non psicocosmatico o quello che è.” Lo minaccia
Isaia, ma inutilmente visto che Woody è ritornato ad isolarsi nel suo mondo.
E così
abbiamo una settimana intera per dedicarci ai preparativi.
Io,
Carolina, Clodoveo e Isaia ci ritroviamo tutti i giorni, dopo il lavoro, a casa
di Carolina. La mia è stata scartata perché con mia mamma in mezzo ai piedi è
meglio evitare, Clodoveo non è ancora pronto ad aprirsi così tanto e Isaia ha
qualcosa come una decina di fratellini piccoli, mentre Carolina vive da sola
con la sua ragazza.
Isaia la
tortura ogni singolo istante chiedendole di tutto e di più: se le piacciono i
deodoranti da uomo, se è nera davvero o se si è tinta per sembrare più
alternativa e altre domande ancora più stupide e imbarazzanti. Clodoveo si
dimostra invece molto gentile con me, è un po’ distante perché non è abituato a
stare con le persone, ma sta migliorando, arrivando addirittura a dirmi che
sono simpatica. È qualcosa che non mi ha mai detto nessuno e mi riempie di
gioia.
“Sembra che
nonostante tutto tu abbia trovato qualcuno a cui piaci Lasimona.” Commenta
Isaia, ma io lo ignoro. Non sono sicura di piacere a Clodoveo e non sono
nemmeno sicura che a me lui piaccia, ma ora non voglio preoccuparmene.
Il
cartellone sta venendo molto bene. Ho insistito per pitturarlo tutto di rosa e
Carolina, che nel suo tempo libero dipinge, l’ha riempito di fiori
meravigliosi, così sarà più carino. Clodoveo, che ama scrivere poesie, ha
realizzato lo slogan in rima: “Non vogliamo più essere emarginati, ma vedere i
nostri sogni coronati, non siamo cattivi, solo alternativi, non escludeteci ma cingeteci, l’accettazione è la soluzione!” e Isaia si è limitato a lamentarsi e dire che
è una schifezza, ma non importa.
Sette giorni
dopo il cartellone è pronto. E noi siamo pronti ad entrare in azione.
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