martedì 25 febbraio 2014

CSI Centro Sportivo italiano o Che Simpatici Idioti? Pralboino-Cizzago


Pralboino – Cizzago 3-0 (a tavolino)


La partita inizia 5 minuti prima dell’orario stabilito. La troupe di inviati arriva alle 21.05 e la partita è già sul 4-2 per i nostri eroi e non si sa bene perchè. “La e sò come Dio la manda” e fa un freddo porco ma incuranti delle intemperie atmosferiche le due squadre scendono in campo. Spettatori: 5 di cui due inviati più il Gianca che fa il raccattapalle.

Primo (e ultimo) tempo.

6 minuto- Ostie e madonne fanno da sottofondo al suono della pioggia.
7 minuto- Ostie e madonne fanno da sottofondo alle bestemmie di un giocatore del Cizzago che rimane impantanato nella melma fino alla caviglia, mentre Paolino B. con una barba da ergastolo zampetta nella fanga divertendosi come un bambino. Già avvertito il Telefono Azzurro.

8 minuto- Si registrano i primi commenti degli spettatori sulla abilità del Gianca nel recuperare i palloni che finiscono nel parcheggio.
9 minuto- GOL! Il Grande Gigante Gentile, G. G. Giringiro si destreggia nel muro di melma come se fosse ai Giochi senza Frontiere nel ’96 e in qualche modo insacca. 5-2 per noi, ma Dio non è clemente: la quantità d’acqua sulle nostre teste aumenta e ci fa preoccupare per il post-serata.

11 minuto-  A seguito di un fallo e di innumerevoli bestemmie, l’allenatore del Cizzago si incazza (notate l’allitterazione), entra i campo con l’ombrello e ritira la squadra. Come cani bastonati, i giocatori del Cizzago prendono e tornano negli spogliatoi, lasciando incredulo il Santiago Bernabeu e i suoi 5 spettatori, che sventolano fazzoletti bianchi in segno di protesta.

La partita termina (credo) sul 3-0 in favore del Pralboino causa ritiro degli avversari, che hanno fatto 84 chilometri per prendersi acqua, melma, legnate per poi ritirarsi dopo 20 minuti di partita. GENIALI


PAGELLE
Morelli’s Brothers: voto 7 per la simpatia (ma più che altro perché erano dall’altra parte del campo e non si vedevano)
John Molo Terry: voto 8 Scatena il fallo da cui gli avversari si ritirano. Non si sa bene usando quale gamba. SEMPRE PRESENTE
Paolino B.: voto 3 Segna due gol, che però non gli vengono contati per il ritiro avversario. Ha una barba degna di uno Jihadista afghano. BIN LADEN
GGG: Voto 8 Gallina vecchia fa buon brodo.
Ci scusiamo con tutti gli altri ma la partita è durata troppo poco, a parte il Gianca: voto 10 raccattapalle abilissimo, ha un futuro a bordo campo.


Pagelle Post-serata: 10, perché lo sappiamo che il venerdì sera è meglio una serata al bancone che una vittoria a tavolino

domenica 23 febbraio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Mulholland Drive
diretto da David Lynch





> Volevo proprio venire qui.

> In un Winkie's?

> In questo Winkie's.

> Va bene... Perché in questo Winkie's?

> È una cosa un po' imbarazzante...

> Continui.

> Ho fatto un sogno che riguarda questo posto.

> Per favore...

> Lo vede perché?

> E va bene. Ha fatto un sogno che riguarda questo posto. Me lo racconti.

> Beh, è già il secondo che ho fatto, ma è come se fosse uno. All'inizio del sogno io sono qui dentro, ma non è né giorno né notte. È tarda serata, diciamo. È tutto uguale a qui dentro, a parte le luci. E io ho paura, una paura che non le dico. Tra tante persone, c'è lei, in piedi laggiù, proprio dietro la cassa. È in entrambi i sogni. ha paura. Io mi spavento ancora di più vedendo che lei ha paura.
Poi capisco di che si tratta. C'è un uomo, nel cortile qui sul retro. È lui la causa di tutto. Io lo vedo attraverso il muro, vedo la sua faccia. Spero di non dover mai vedere quella faccia, quando sono al di fuori del mio sogno...
Finito.

> Insomma... È venuto a vedere se c'è lui, là fuori.

> Per liberarmi di questa orribile sensazione.

> Va bene andiamo.

...

> Ecco, è lì dietro.



BUONA VISIONE!

segui i 10 indizi di Lynch:


Prestate particolare attenzione all’inizio del film: almeno due indizi sono rivelati prima dei titoli di testa.

Notate le apparizioni della lampada rossa.

Riuscite a sentire il titolo del film per il quale Adam Kesher sta facendo il casting delle attrici? Viene menzionato di nuovo?

Un incidente è un evento terribile… notate il luogo dell’incidente.

Chi dà una chiave, e perché?

Notate l’abito, il posacenere e la tazza per il caffè.

Cosa si sente, cosa accade e cosa si capisce al Club Silencio?

Soltanto il talento ha aiutato Camilla?

Notate le circostanze in cui appare l’uomo dietro Winkies.

Dov’è zia Ruth?




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Per i "ma no l'ho già visto" guarda il filmone della scorsa settimana


venerdì 21 febbraio 2014

Il club degli emarginati (6)

Udiamo un tremendo boato provenire dal fondo del campo. Uno scoppio, delle luci, un denso fumo nero. È l’Apocalisse? Il Vesuvio si è risvegliato? No, sono solamente i maledetti fuochi d’artificio che Annina deve aver comprato su bottiillegali.com. Il pubblico scappa urlando. Noi restiamo spiazzati.
Ludovico prende in mano la situazione. Ci spinge sul palco dove stende il cartellone e inizia ad urlare frasi come “basta essere emarginati! Vogliamo un’opportunità anche noi!” e cose simili. Ma quando si accorge che noi altri siamo pietrificati, le persone fuggono spaventate, il fumo avanza sempre di più e l’unico che sembra ascoltarci è il suo amico giornalista si zittisce anche lui.
Isaia continua ad allungare il collo per cercare Lucilla, la neo eletta miss che sembra essersi dileguata insieme alla folla, mentre io e Carolina non sappiamo cosa fare. Sentiamo qualcuno che chiama i carabinieri. Ecco, questo è il momento perfetto per dileguarsi.
Veniamo raggiunti dagli altri tutti sporchi di fuliggine, ma l’unico che sembra spaventato è solo Clodoveo.
“Sei una pazza furiosa!” grida Isaia ad Annina. “Hai detto che tuo nipote vendeva i fuochi in un negozio!”
Annina scrolla le spalle con un sorrisino malizioso. “Non ho detto che li vendeva legalmente.”
Dio, ci siamo affidati ad una assassina! Scemi noi!
“Dobbiamo scappare!” dice Clodoveo.
Ludovico si è chiuso in se stesso, non parla, non fa niente. Ho paura che la delusione per il fallimento del suo piano l’abbia traumatizzato.
E in un lampo siamo saliti in auto e fuggiamo a tutta velocità. Sono capitata in macchina con Ludovico, Woody e Isaia. Siamo muti come tombe.
“Beh si può dire che è stata una serata col botto.”
La battuta di Isaia è tremenda, ma siamo talmente stanchi, spaventati, sconcertati che scoppiamo tutti in una sonora risata. E la tensione svanisce come per magia. Anche Ludovico che prima aveva un’aria così abbattuta sembra una persona nuova. Facciamo tutto il tragitto ripercorrendo le varie vicissitudini della serata e perfino Woody riesce ad aprire bocca senza ricadere sul solito tema di Woody Allen.
Non so dire cosa sia successo questa sera né nei giorni precedenti, ma una cosa è certa, sono una persona nuova, siamo persone nuove.

Quando ho deciso di imbarcarmi in questa avventura sapevo già che sarebbe stato un fiasco completo, ma non avrei mai pensato che in fondo qualcosa avrei guadagnato. Qualcosa di più importante del “non essere più emarginata.”
Il giorno dopo la terribile serata non sono sicura di come potranno andare le cose tra me e gli altri. Ora che abbiamo fallito l’impresa c’è la concreta possibilità di non vedersi né sentirsi più. Ma terminato il mio turno di lavoro trovo un messaggio di Carolina sul telefono e una mail di Ludovico che ci invia la pagina del giornale di Castellucciolo sul Po. Il suo amico giornalista è riuscito a strappare due righe per noi sull’ultima pagina vicino ai necrologi. Veniamo additati come un “folcloristico gruppo dalle dubbie intenzioni.” Beh meglio “folcloristico” di “pazzo maniaco fuori di testa”. Quel pomeriggio decidiamo di incontrarci di nuovo tutti, non più a casa di Ludovico, ma ad un bar, come un qualsiasi gruppo di amici.
Isaia porta con sé Lucilla, la miss, che, in fondo in fondo, è meno oca di quello che sembra. Carolina ci fa conoscere la sua ragazza e Clodoveo mi dà il suo numero di telefono dicendo che “qualche volta, magari, se vuoi, se ti va, se sei libera, possiamo vederci.” Non sono mai stata più felice. Trascorriamo un’ora molto piacevole dove stabiliamo che il nostro piano di riscossa contro il mondo intero è da considerarsi fallito. Ma va bene così. E quando dobbiamo andare ci ripromettiamo di incontrarci nel weekend.
E lo facciamo davvero.
Mi sento tutti i giorni con Carolina e con gli altri riusciamo a vederci almeno una volta a settimana. Isaia e Annina continuano a lanciarsi frecciatine e non sappiamo ancora se Annina sia davvero una folle omicida o meno, ma va bene così. Forse possiamo dire di essere amici.
Siamo ancora emarginati? Non so rispondere a questa domanda, perché forse non siamo mai stati emarginati, non davvero.
Carolina ha capito che in fondo nessuno la escludeva ma era solo lei a crederlo pensando che il suo essere lesbica e di colore potesse allontanare tutti, ma non è mai stato così.
Clodoveo sta iniziando a dare una possibilità alle persone, a partire da me.
Woody è fatto così, è strano indubbiamente e molti potrebbero non accettare o capire questa sua stranezza, anche io fatico a farlo, ma non credo che dopotutto a lui importi davvero.
Isaia e Annina hanno semplicemente capito che ciò che serve a loro è evitare di presentarsi come “l’ebreo quindi l’odiato dalla società” e “l’assassina.” Semplicemente come Isaia e Annina nessuno li esclude.
Ludovico sa di essere un’idealista e, nonostante non voglia cambiare, ha deciso che per il bene suo e di sua figlia è il momento di cercare di tenere anche i piedi per terra, almeno fino a quando le cose non si sistemeranno.
E io? Ora so che sono sempre stata io la prima a credere che il mio aspetto spaventasse gli altri. Credevo di valere solo per la mia immagine, ero io la superficiale, non gli altri, e questa mia convinzione non ha fatto altro che rinchiudermi in me stessa negando così la mia femminilità e la mia bellezza. Perché io sono bella.
Adesso ho degli amici, le mie colleghe mi parlano, esco (più o meno) con un uomo e voglio trasferirmi in una casa tutta mia. Continuo a mangiare cinque cotolette ignorando gli sguardi di mia mamma e non mi vergogno più di quello che leggo. Questa sera ho guardato per la prima volta “Titanic”, in salotto, davanti a tutta la mia famiglia e ho pianto come una ragazzina.
E mi sono sentita felice.





lunedì 17 febbraio 2014

Barbetta incolta e altri disagi

Sei indeciso se darti alla grande e immortale tragedia greca.
Perché tutto sommato, con piglio snob,
credi che le pièce teatrali contemporanee siano robetta post-commerciale di poco conto.

Soppesi attentamente alla Feltrinelli se leggerti un mattone sconosciuto sul ruolo della donna durante la Rivoluzione di velluto in Cecoslovacchia o un Marx qualsiasi, giusto per rinvigorire la tua coscienza di classe ammorbata di McDonald’s. Coscienza utilizzabile al bisogno. Poi la riponi sullo scaffale a prendere polvere.

Trovi conforto in un giovane pseudo-intellettuale che passa in bicicletta con I fiori del Male di Baudelaire sotto braccio e gli occhiali di John Lennon sopra la barbetta incolta. Si, la cultura è salva.

E ora puoi continuare a passeggiare per le vie del centro
con l’andatura ciondolante da dandy del diciannovesimo secolo,
osservando sprezzante tutti quanti dietro i tuoi occhialetti scuri e la barbetta incolta.

Ti piace la barbetta incolta e ci tieni a farlo notare. Osservi con ammirazione le riviste di filosofia rinascimentale in una libreria sotterranea i cui unici avventori sono i topi. Infatti, hai chiamato il tuo cane Bruno e i tuoi libri sono sgranocchiati. Non dall'eccessivo utilizzo.

Annunci con nonchalance agli amici di aver speso più soldi nell’ultimo mese
 in libri di filosofia, religioni orientali, poesia e arte
di quanti tu ne abbia spesi per mangiare,
così da poter riempire lo scaffale da 19,99€ che hai comprato all’Ikea.


Solo poi potrai sederti in poltrona, compiacerti del tuo fascino di intellettuale,
vantandoti di possedere la cultura.
E senza sapere come finirai a parlare di cultura indiana
e del concetto di Ragione in Cartesio, e della colpa in Anselmo d’Aosta


e ti renderai conto che il mondo cambierà,

se cambierà,

con il tuo esempio e non con le tue vanagloriose, inutili opinioni.

domenica 16 febbraio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio - postumi di San Valentino

Io e Annie
diretto da Woody Allen




E io pensai a quella vecchia barzelletta, sapete... quella dove uno va dallo psichiatra e dice: «Dottore mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina». E il dottore gli dice: «perché non lo interna?». E quello risponde: «e poi a me le uova chi me le fa?». Beh, credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna. E cioè che sono assolutamente irrazionali... e pazzi.. e assurdi, e... Ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova.



BUONA VISIONE!

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Per i "ma no l'ho già visto" guarda il filmone della scorsa settimana

sabato 15 febbraio 2014

Il club degli emarginati (5)

Siamo fermi sotto casa di Ludovico pronti a muoverci. Direzione: Castellucciolo sul Po. Nessuna cartina, nessuna indicazione nemmeno su Google maps di dove si trovi questa imponente metropoli. Persino Narnia è una meta più gettonata e più facile da trovare. Per fortuna che Ludovico sa la strada.
Siamo divisi su due auto, guidate da Ludovico e Carolina, gli unici due che abbiano la patente e la macchina in verità. Abbiamo mostrato agli altri il nostro cartellone di protesta, non sono sembrati entusiasti. Il commento di Ludovico è stato, “molto colorato.” Forse si aspettava qualcosa di diverso.
In mezzora raggiungiamo la fantomatica Castellucciolo sul Po, in sostanza una distesa infinita di campi e tre case intorno ad una chiesa. La “manifestazione” si tiene all’oratorio del paese. Un grande evento insomma.
“Mi spieghi a che cosa servono gli inviti?” chiede Clodoveo a Ludovico.
“È più affollato di quello che sembra. È un evento esclusivo.” Risponde Ludovico, ma non sembra crederci nemmeno lui.
Smontiamo dalle auto. Il campo dell’oratorio è tutto illuminato, si sente una voce che parla al microfono presentando le ragazze, piccole macchie colorate su un palcoscenico. In effetti c’è un po’ di gente ad assistere, una cinquantina di persone al massimo, i parenti delle concorrenti probabilmente.
“Allora, ripassiamo il piano.” Ludovico ci dispone a cerchio intorno a lui. “Annina e Woody ai fuochi d’artificio in fondo al campo, li aiuterai tu Clodoveo. Isaia, Lasabrina e Carolina sul palco dietro le quinte con me, ci scorterà il mio amico giornalista. Si entra in azione al momento dell’incoronazione. Tutto chiaro?”
Annuiamo.
È strano ma sono un po’ agitata. Forse questa missione non servirà a nulla, ma in fondo è qualcosa che ci lega. Siamo una squadra ormai.
“Bene allora andiamo. In bocca al lupo a tutti. Vedrete, le cose cambieranno, sono sicuro.” Ci incoraggia Ludovico. Gli sorridiamo, ma tutti sappiamo bene quanto la cosa, se anche dovesse funzionare, non cambierà poi molto le cose. E capisco che ciò che rende Ludovico un emarginato non è tanto l’essere disoccupato e divorziato quanto il suo essere un idealista. Qualcuno che crede in ciò che fa, che crede che le cose possano cambiare con un’ingenuità che non appartiene agli uomini della sua età. È qualcosa di particolare che non tutti comprendono e per questo lo escludono.
Senza nemmeno rendermene conto mi ritrovo ai lati del palco a stringere la mano a un uomo di mezza età, il giornalista suppongo.
“Sai cosa stai facendo Ludovico?” chiede all’amico.
Ludovico annuisce. “Perfettamente. Tu preparati a scrivere l’articolo.”
“Per che giornale lavora?” vuole sapere Carolina.
I due arrossiscono. “Per Castellucciolo news. Il giornale del paese.” Risponde il giornalista che si rivela essere in verità ingegnere e giornalista nel tempo perso.
Mi stupisce non sentire commenti da parte di Isaia, mi volto e lo vedo quasi sbavare davanti alle aspiranti miss che sfilano sul palco con dei castissimi abiti lunghi fino alle caviglie. Dopotutto siamo in un oratorio.
“Dobbiamo salire sul palco.” Ci sollecita Ludovico.
“Sì, ottima idea!” Commenta Isaia fiondandosi sulla scaletta.
“Fermi voi!” veniamo stoppati da un uomo in giacca e cravatta. “Chi siete? Non potete salire.”
“Sono un giornalista!” si presenta l’amico di Ludovico.
“E loro?” insiste l’uomo.
“Siamo amici di una concorrente. Volevamo solo salutarla.” Provo a suggerire.
“I saluti dopo. Ora andate.”
“Aspetta Ambrogio. È tutto a posto.” Una ragazza biondissima e bellissima ci viene incontro. Isaia è praticamente morto ai nostri piedi. Non sappiamo chi sia ma il nostro aguzzino, Ambrogio, se ne va.
“Emm, grazie signorina per essere intervenuta. Noi, noi volevamo…” prova a spiegare Ludovico. Ma questa lo zittisce con un piccolo cenno e avvicinandosi ai nostri volti con fare cospiratorio mormora. “Non preoccupatevi, so chi siete.”
“Lo sai?” chiede Carolina.
“Sì, siete dei miei ammiratori! Quello è il cartellone con scritto il mio nome giusto?”
Ossignore, l’oca di turno doveva capitarci.
“Sì, esattamente, degli ammiratori. Scusa ma noi vorremmo stare qui per vederti meglio. È un problema?” Ludovico coglie la palla al balzo.
“No affatto. Fate pure. Se vinco vi faccio un autografo.” Risponde la biondina con una risata chioccia. Ha tutta l’aria di avere uno di quei nomi stupidi da barbie, come Lucy Lou, Chanel…
“Tifate per Lucilla allora!”
Ecco, Lucilla!
“Io resto con lei!” interviene Isaia.
Lo lasciamo fare, non abbiamo bisogno di lui, anzi, è un sollievo per le nostre orecchie.
Passiamo l’intera ora della sfilata in trepidante attesa. Ludovico è il più agitato di tutti, arriva perfino a prendere la mano mia e di Carolina. E il momento arriva. Il presentatore annuncia il nome della vincitrice.
“Lucilla Lucini.”
Manco a farlo apposta…
Lucilla indossa la corona piangendo di gioia.
Isaia ci raggiunge, “un po’ mi dispiace rovinare la serata di quella ragazza.” ci rivela. Allora è umano anche lui!
Ma è troppo tardi per cambiare il piano.

Il momento di agire è arrivato, ma le cose non vanno esattamente come previsto.

venerdì 14 febbraio 2014

Il club degli emarginati (4)

Trascorro tutta la settimana pensando unicamente a ciò che è accaduto in via dei Salici piangenti riuscendo persino ad ignorare le occhiate pungenti di mia madre e perdendo addirittura l’appetito. Si, ok, l’appetito non lo perdo, ma mangio un pochino di meno. Penso a ciò che ha detto Ludovico. Non credo che sabotare un qualsiasi concorso di bellezza aiuterà gli altri a vederci in maniera differente, ma ogni volta che mi convinco a pensare “è una scemata, vai avanti con la tua vita e non pensarci più!” subito penso a cosa ho da perdere. Per la prima volta ho conosciuto delle persone che si sentono come me e che non mi hanno giudicata, se non contiamo Isaia, ma lui a quanto pare è un caso irrecuperabile. E così, senza quasi rendermene conto, ho preso la mia decisione.

L’ascensore è di nuovo rotto, ma questa volta mi sono ben dotata di salviettine umidificate con cui ad ogni piano mi rinfresco. Ci impiego il doppio della prima volta a salire, ma alla fine arrivo a destinazione. È Ludovico ad aprire questa volta e mi accoglie con un ampio sorriso. “Sono felice che tu sia tornata.”
E io sono felice di vedere che siamo tornati tutti.
È un po’ imbarazzante salutarsi, ma non posso che rallegrarmi nel vedere il sorriso sincero di Carolina.
“Sono contento che nessuno abbia mollato. Vuol dire che ci credete, come me.” esordisce Ludovico.
Osservo i volti degli altri. Le loro espressioni imbarazzate significano che non sono tornati tanto per il terribile piano, quanto piuttosto per vedere come si evolverà la situazione.
“A quando l’esecuzione della reginetta?” chiede Annina. Stavolta si è portata un lavoro a punto croce.
“Non ammazziamo nessuno! Sei sorda oltre che una pazza assassina?” Grida Isaia.
“Non mi meraviglia che gli ebrei siano stati perseguitati, sono così maleducati.”
Ludovico deve bloccare Isaia per impedirgli di strozzare Annina che dal canto suo se la ride sotto i baffi.
“Cosa proponi di fare quindi per sabotare il concorso?” Chiede Clodoveo. Strano che abbia deciso di tornare, ma forse le cose possono cambiare anche per lui.
Ludovico ci spiega il piano in pochi minuti. Parte di noi dovrebbe restare nascosta dietro le quinte, striscioni di protesta in mano, l’altra parte dovrebbe appostarsi in fondo al campo dove si terrà la manifestazione con fuochi d’artificio, pronti a creare confusione e panico al momento dell’incoronazione della miss.
“E questo sarebbe il grande piano che ci cambierebbe la vita?” chiede Clodoveo scettico.
Ludovico arrossisce. “Beh, sì.”
Momento di silenzio. So che ognuno di noi si sta ripetendo per la millesima volta “chi me l’ha fatto fare?” ma siamo tutti troppo soli o arrabbiati per mollare.
“Allora iniziamo i preparativi.” Dice Carolina con un’alzata di spalle.

Dividerci in gruppi è la cosa più difficile.
Dopo che Annina ha chiesto a Isaia se da grande anche lui vuole seguire le orme dei suoi simili e fare l’usuraio e Isaia l’ha quasi ribaltata dalla sedia si è deciso che i due avrebbero fatto parte di due gruppi diversi. Io propongo di realizzare il cartellone mentre Ludovico, quale mente del gruppo sovrintenderà le operazioni occupandosi delle parti più tecniche. Carolina si offre di aiutarmi e io ne sono ben felice, subito imitata da Isaia che vuole a tutti i costi sedurla, o perlomeno capire come il suo prorompente sex appeal non funzioni su di lei. Sorprendentemente, nonostante non sopporti Isaia, (chi lo sopporta del resto?) Clodoveo si unisce a noi, lasciando Annina e Woody ad occuparsi dei fuochi d’artificio.
“Siete sicuri di cavarvela?” chiede Ludovico dubbioso.
“Oh sì, ho un nipote che lavora in un negozio dove vendono petardi, non ci saranno problemi.” Lo tranquillizza Annina, anche se io temo che i petardi si rivelino essere bombe a mano.
“Spero solo di non diventare cieco psicosomatico.” Interviene Woody. “A Woody Allen è successo.”
“Io ti faccio diventare paralizzato. E non psicocosmatico o quello che è.” Lo minaccia Isaia, ma inutilmente visto che Woody è ritornato ad isolarsi nel suo mondo.
E così abbiamo una settimana intera per dedicarci ai preparativi.
Io, Carolina, Clodoveo e Isaia ci ritroviamo tutti i giorni, dopo il lavoro, a casa di Carolina. La mia è stata scartata perché con mia mamma in mezzo ai piedi è meglio evitare, Clodoveo non è ancora pronto ad aprirsi così tanto e Isaia ha qualcosa come una decina di fratellini piccoli, mentre Carolina vive da sola con la sua ragazza.
Isaia la tortura ogni singolo istante chiedendole di tutto e di più: se le piacciono i deodoranti da uomo, se è nera davvero o se si è tinta per sembrare più alternativa e altre domande ancora più stupide e imbarazzanti. Clodoveo si dimostra invece molto gentile con me, è un po’ distante perché non è abituato a stare con le persone, ma sta migliorando, arrivando addirittura a dirmi che sono simpatica. È qualcosa che non mi ha mai detto nessuno e mi riempie di gioia.
“Sembra che nonostante tutto tu abbia trovato qualcuno a cui piaci Lasimona.” Commenta Isaia, ma io lo ignoro. Non sono sicura di piacere a Clodoveo e non sono nemmeno sicura che a me lui piaccia, ma ora non voglio preoccuparmene.
Il cartellone sta venendo molto bene. Ho insistito per pitturarlo tutto di rosa e Carolina, che nel suo tempo libero dipinge, l’ha riempito di fiori meravigliosi, così sarà più carino. Clodoveo, che ama scrivere poesie, ha realizzato lo slogan in rima: “Non vogliamo più essere emarginati, ma vedere i nostri sogni coronati, non siamo cattivi, solo alternativi, non escludeteci ma cingeteci,  l’accettazione è la soluzione!”  e Isaia si è limitato a lamentarsi e dire che è una schifezza, ma non importa.

Sette giorni dopo il cartellone è pronto. E noi siamo pronti ad entrare in azione.

martedì 11 febbraio 2014

Apocalisse

Apocalisse - Orari indecenti del secondo giorno.

Nella puntata precedente un gruppo di soldati americani dava la caccia ai tedeschi e, dopo averli ammazzati, faceva loro lo scalpo...no aspetta...questa è un'altra storia...

- Cavolo…mi dispiace. Sul serio. Erano una bella coppia, almeno…da come li vedevo affiatati nel tagliar l’erba in giardino, ad ogni ora del giorno, con quel carrarmato d’un tagliaerba, lo sembravano proprio. – disse pensando a tutte le dormite pomeridiane perse a causa del rumore di quell’aggeggio. – Vede, il fatto è che ci sono testimonianze che dimostrano come i rapporti tra lei e la coppia fossero ben più articolati di semplici confidenze da vicini. – L’ispettore già si crogiolava nel suo centro da 50 punti quando Poliziano, col volto tra le mani, rispose: - Senta, io posso capire che ci son due morti nella casa a fianco e che, se si deve sospettare di qualcuno, sia giusto partire da chi è più vicino. Posso capire anche che la mia reazione alla notizia potrebbe risultare strana vista la freddezza e il distacco con cui le rispondo, ma le assicuro, non li conoscevo nemmeno per nome! So che sono i coniugi Pestabuchi e so che nel quartiere non erano propriamente amati, ma si fidi di me. Qui di gente che si alza di notte per fare a pezzi due persone non ce n’è…- e avrebbe continuato il monologo se non fosse intervenuto l’agente in modo raggiante – Aspetti! Come sa che le due vittime sono state fatte a pezzi? – ancora concordanza di sguardi tra l’ispettore e Poliziano. – Agente, qualcosa in lei mi ricorda Dexter nei 3 poliziotti di Aldo, Giovanni e Giacomo. L’ispettore fece cenno a “Dexter” di uscire e concluse: - Se dovesse ricordare qualche elemento importante alle indagini, non esiti a chiamarci e perdoni il collega. È nel corpo da poco e la sua foga lo porta a far danni piuttosto grossolani.- Già – rispose Poliziano – come un virus quando entra in corpo!
Quando gli agenti se ne furono andati, si sedette sul divano e stappò una birra. Nella destra tremante, teneva una Marlboro e, ad ogni tiro, la mano affievoliva sempre più quel movimento frenetico. Chi poteva aver ucciso quei due rompicoglioni? E da dove venivano quegli incubi che lo avevano assalito? Gli interrogativi erano molti e serbavano risposte a cui probabilmente, Poliziano, avrebbe fatto volentieri a meno. Ma se non fosse andato in fondo alla vicenda questo testo si chiuderebbe qui, non ci sarebbe soluzione al caso, rimarrebbe quell’aria da romanzo giallo misto Walt Disney e l’amarezza della conclusione porterebbe molte persone a dire: quanto tempo ho sprecato per questa stronzata? Un po’ come nei gialli di Faletti insomma.
Si era affacciato alla finestra da circa due minuti quando, tra una sorsata di birra e un tiro di sigaretta, vide delle ombre muoversi nel buio. Chi poteva essere? Testimoni di Geova in perlustrazione? Un gruppo di Drughi da Arancia meccanica in cerca di vittime da sottoporre all’ultra-violenza? Un italiano, un francese e un tedesco delle barzellette? Nessuno di loro.

domenica 9 febbraio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

I Tenenbaum
diretto da Wes Anderson




> Vorrei ordinare un gelato per mia figlia, per favore. Lo vuoi Margot?

> Non voglio niente, ti ho detto che ho solo cinque minuti.
...Un gelato con panna, noci e amarena.

> Tuo fratello sta soffrendo parecchio.

> Anch'io, ma non ho intenzione di discuterne con te.

> Eh... Uno non può essere stronzo per tutta la vita e poi riparare al danno? Insomma, io penso che sia questo che uno vuole sentirsi dire.

> Tu credi?

> Eh!

> Ma se non sai nemmeno quale è il mio secondo nome.

> È una domanda trabocchetto, tu non ce l'hai un secondo nome.

> Ellen.

> Era il nome di mia madre.

> Lo so, infatti.



BUONA VISIONE!

[se trovate uno streaming ITA potete segnalarmelo]

streaming ENG

file torrent ITA (1)

file torrent ITA (2)


Per i "ma no l'ho già visto" guarda il filmone della scorsa settimana

mercoledì 5 febbraio 2014

Dizionario dei tipi umani: L'animatore da villaggio turistico

Tutti noi ci siamo imbattuti almeno una volta in questa figura, a metà tra il mattacchione e il tispaccolafaccia. Esiste anche un’altra variante, l’animatore da spiaggia, più tipico delle riviere italiche, ma per il momento questo basta e avanza.
Una voce del Dizionario basata su una storia “quasi” vera.

Lavori 10 ore al giorno, 6 giorni la settimana, da quasi 10 anni. Si avvicina il momento più atteso dell’anno, quello per cui hai dovuto rinunciare a innumerevoli serate con gli amici tra birrerie e night club: le vacanze estive.

Prenoti una villaggio turistico 4 Stelle qualità Elite pensione completa. Hai dovuto dare in pegno tuo figlio per farlo, ma va bene lo stesso. Quel che importa è che là, nel villaggio turistico a 100 metri dal mare, località Sharm El Sheik, nessuno, e dico nessuno, può romperti i coglioni.

Scendi dall’aereo, agguanti la moglie e le 6 valigie con una gru, prendi un taxi che ti lascia di fronte alla tua oasi di pace. In due minuti due, sei in spiaggia: birra fresca, Settimana Enigmistica e Gazzetta sotto l’ascella, sdraio, ombrellone. La spiaggia è popolata da gente come te, che si fa amabilmente i cazzi propri. Una sensazione ti riempie il cuore: dopo mesi di duro lavoro, ti senti a casa, finalmente.
 Nemmeno il tunisino che strilla “coccobbello coccodimmamma!” ti infastidisce. Anzi, prendi un cocco intero e te lo bevi di botto. Sì, hai raggiunto il Nirvana.

“Ehi ciao, sono Phil, l’animatore del villaggio, vuoi venire a giocare con noi?!” Un pirletta di venti, venticinque anni  ti fa toc-toc sul cappellino. “Un simpaticone come te non può perdersi il supertorneo di ping-pong e la gita con il cammello nel deserto ad ammirare gli antichi templi egizi!”
Tu lo guardi, pensi “Da quando nel Nirvana sono previsti i rompicoglioni?” e gli dici “Senti, ho 40 anni e sono uno stronzo, ci sono 65 gradi al sole e secondo te gioco a ping-pong? ”
Dietro di lui, il cammello è in ginocchio, supplicante. Vorrebbe solo andare a casa dalla sua famiglia. Ma è costretto a lavorare 10 ore al giorno: anche lui deve guadagnarsi la pagnotta per pagarsi le ferie e andare due settimane al fresco. Sì, sei in sintonia col cammello, entrambi condividete lo stesso destino.

Il giorno dopo. Mentre la moglie bada al marmocchio, decidi di munirti di bandana e occhiali da sole e farti un giro nel villaggio a cercare qualche pollastra. Hai già assunto il fascino di Mikey Rourke quando, passeggiando tra i bungalows, improvvisamente…
“Ehi ciao, sono Jimmy, l’animatore del villaggio, tra pochissimo c’è il torneo di biglie con in palio una caciotta tunisina, ti va di far parte della squadra?”  tu lo guardi, lui sa di rompere i coglioni, ma è costretto a farlo, lo pagano, questo imbecille. Non rispondi, con aria di superiorità  prosegui per la tua strada verso il bar, pregustandoti il cocktail ghiacciato alla papaya.

Individui una giovane pulzella, stai per andare al suo tavolo quando una voce brufolosa giunge alle tue orecchie “Ehi ciao, sono Miky, l’animatore del villaggio, tra pochi minuti c’è la gara di freccette e poi la sessione di pilates, sei dei nostri?! Dopo la sessione un rinfresco a base di datteri e estratto di banan….”

Non ha ancora finito la frase che, colto da un antico e mistico furore, gli lanci in testa il tuo cocktail. Fai un fischio e immediatamente arriva il cammello, che cavalchi all’amazzone. Impennando come Zorro spacchi una noce di cocco in fronte al barista. La furia e l’incazzatura pervadono il tuo corpo sudato: il giovane addestratore di cammelli, che è dalla tua parte, ti lancia una frusta con cui respingi violentemente le orde di animatori inferociti che accorrono in aiuto.
E poi via al galoppo verso il tramonto, verso il deserto. Abbandonando per sempre la civiltà, lanci le tue ultime maledizioni egizie parlando in geroglifico.

Sì, il deserto. Laggiù forse non ci saranno cocktail al mango e belle pulzelle ad aspettarti, ma almeno nessun animatore potrà più, mai più romperti i coglioni.

domenica 2 febbraio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Frankenstein Junior
diretto da Mel Brooks




> Igor! Posso parlarti un momento?

> Certamente!

> Siediti, vuoi?

> Grazie. [si siede a terra]


> No, no! Più su.

> Oh! Grazie. [si siede su uno sgabello]

> Dimmi, quel cervello che mi hai portato era di Hans Delbruck?

> No.

> Ah! Beh... E, ti dispiacerebbe dirmi di chi era il cervello che gli ho messo dentro?

> Non si arrabbierà, eh?

> No, io non. Mi. Arrabbierò.

> "AB" qualcosa...

> "AB" qualcosa? "AB" chi?

> AB... Normal.

> AB Normal?

> Sono quasi sicuro che era quello il nome.

> Vorresti dire che io ho messo un cervello "abnormal"... in un energumeno lungo due metri e venti... e largo come un armadio a due ante?!
CANAGLIAAAAAA




BUONA VISIONE!

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Per i "ma no l'ho già visto" riguardalo! Oppure guarda il filmone della scorsa settimana