mercoledì 6 novembre 2013

Recensione libro: L'ombra dello scorpione. Stephen King

L’ombra dello scorpione 
di Stephen King

TITOLO ORIGINALE: The Stand; Anno di pubblicazione: 1978




Immaginate di essere seduti a mangiare un boccone in tranquillità lungo un’interstatale americana, al bar di un benzinaio. È sera, ci sono poche persone che chiacchierano del più e del meno. A un certo punto sopraggiunge lentamente un’automobile, che sembra oscillare come un ramo al vento. E l’auto si ferma poco lontano da voi, vicino alle pompe di benzina.
Vi convincereste che questo è l’inizio di un incubo?

L’ombra dello scorpione di Stephen King è un romanzo post-apocalittico di genere fantasy-horror. L’apocalisse, in questo caso, si chiama Captain Trips ed è un morbo estremamente infettivo e letale, che per una serie di disattenzioni e coincidenze sfugge da un laboratorio segreto della Difesa, da qualche parte negli USA, dove vengono studiate e analizzate queste malattie. Nel giro di poco tempo, quasi tutta la popolazione mondiale viene colpita e sterminata dalla malattia, che si presenta come una superinfluenza i cui sintomi lasciano poco spazio alla fantasia: febbre alta, perdita di coscienza, allucinazioni, cancrena.
Ma qualcuno sopravvive, perché immune. E i sopravvissuti, influenzati da strani sogni in cui compaiono un uomo nero e un’anziana donna, sono costretti a scegliere: della vita “prima” non è rimasto nulla, cosa fare? Ripartire dal rischioso messaggio della vecchia donna ultracentenaria e cercare di ricostruire una società civile o seguire l’ombra nera che trascina verso ovest e il suo sicuro regime del terrore?
Ma non è così semplice scegliere. La tecnologia, infatti, apre le porte del paradiso o dell’inferno. Tutto sta alla nostra volontà, e non esiste alcun purgatorio.


Uno dei romanzi più discussi sui forum online, a quasi quarant'anni dalla pubblicazione, L’ombra dello scorpione si gioca con IT il primo posto dei romanzi “lunghi” di Stephen King ed appartiene, sempre con IT e Le notti di Salem, a un trittico di tre romanzi definiti da molti i più visionari e significativi di tutta la sua produzione letteraria.
 La definizione dei personaggi è impareggiabile (spicca, su tutti, il profilo psicologico di Harold Lauder), le descrizioni sono precise e intense ma mai noiose,  e molto realistiche: la descrizione degli effetti di Captain Trips, l’amicizia tra Tom Cullen e Nick Andros, la saggezza di Glen Bateman, le riunioni, il ritorno verso est sono solo alcuni dei momenti magistralmente tratteggiati da King . E soprattutto, sullo sfondo di un mondo post-apocalittico, il bene e il male smettono di esistere come entità assolute, benché incarnate in due figure chiave del racconto,ma si mischiano in una zona grigia in cui l’essere umano è costretto, attraverso grandi sacrifici (sociali, morali, ma sopratutto umani), a riscoprirsi tale. O in alternativa, rassegnarsi alla violenza e all'estinzione della razza umana.

Nessun commento:

Posta un commento