venerdì 3 gennaio 2014

I fantasmi della notte (pt.2)

Seconda parte
Qui la prima


Sto perdendo la pazienza. Perché quell’uomo si ostina a dire di non essere nessuno? Possibile che non accetti nemmeno un piccolo aiuto? Il mio sonno inizia a essere turbato, sono preso da paranoie. Non mi piace. 
(ma è un uomo?)

Mi avvicino alla finestra e vedo che lui è lì. Non sta rovistando, né guardando qua e là negli angoli bui del vicolo. È in piedi, immobile. Oserei dire quasi trasognato. Decido di scendere e esigo una risposta.

«Chi sei?»

L’uomo mi guarda. Stavolta negli occhi.


«Io non sono nessuno» risponde, ma la voce ha finalmente un tono. Il viso ha lineamenti anonimi ed è indecifrabile «Io non sono nessuno perché sono tutti.  Sono tutti i barboni che rovistano nella spazzatura e fanno l’elemosina agli angoli delle strade. Sono tutti gli assetati che chiedono acqua e ricevono aceto. Sono tutti gli orfani che vengono picchiati e dimenticati. Sono tutte le prostitute usate e abusate e gettate via. Sono tutti i lavoratori morti per un incidente in fabbrica. Sono tutti quelli senza un posto dove andare e che darebbero tutto per chiamare un posto “casa”. Sono tutti quelli che chiedono un pezzo di pane. Sono quelli che hanno delle idee e che per questo vengono torturati.
Sono ogni diverso che viene assassinato».

Io rimango in silenzio.

«Io sono tutti e non sono nessuno». Ripete. E scompare di nuovo. Mentre realizzo ciò che mi ha detto e mi chiedo se fosse stata solo un’allucinazione, la neve cade abbondante e il rumore del vento tra le case diventa simile all’ululato di un lupo affamato. 

Frastornato, rientro a casa e mi metto a letto.


La città mi diventa estranea.

Ricordo il giorno dell’incontro con quell' uomo per due motivi: il primo è che fu l’ultima volta che lo vidi.

Il secondo è che dopo esso le mie notti sono scandite da incubi e i miei giorni da fantasmi.

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