sabato 7 dicembre 2013

vita da cani: vita da hot dog (finale_parte 1)

Sigla iniziale.
Laurenzia ha deciso di vendicarsi. Cosa avrà in mente la nostra eroina? E soprattutto, riuscirà nell'impresa? L'attesa sta per finire...


Laurenzia non era esattamente il tipo di ragazza tutta azione e colpi di scena. Aveva compiuto una sola mission impossible e il risultato era stato disastroso: licenziata e scaricata. No, le grandi imprese non facevano esattamente per lei. Ma era stanca di essere considerata come una suola da scarpe da tutti. Era il momento di farsi valere! E non solo si sarebbe vendicata, ma ne avrebbe anche guadagnato qualcosa.
Le armi in suo favore erano: Pietro e la scarsa considerazione che gli altri avevano di lei. Beh, non si potevano proprio dire armi eccezionali, certo una bomba nucleare da far esplodere in faccia a Cornelio sarebbe stato meglio, ma poteva accontentarsi.
Un piano aveva già preso forma nella sua testa…
Come prima cosa doveva farsi assumere alla Panini&Prosciutto. Si presentò all’ingresso di prima mattina, indossando il suo costume da hot dog. Le sue referenze erano “ quell’idiota di Carmine Smanganiello mi ha licenziata perché è psicopatico!” Venne assunta. Insultare gli avversari è sempre un ottimo metodo nei casi più disperati.
E di nuovo si trovò in strada a distribuire volantini sbeffeggiata da tutti. Ma ormai non le importava più niente perché sapeva che sarebbe durato ancora per poco, presto, molto presto gli altri si sarebbero inchinati al suo cospetto e l’avrebbero adorata e venerata. L’idea di diventare dittatrice non le dispiaceva affatto, ma era troppo faticoso. E soprattutto c’era il forte rischio di venire ammazzata. No, meglio lasciare perdere. Dopotutto anche la sua idea non era per niente male.
La settimana trascorse, Cornelio per fortuna non si fece mai vedere. Il martedì, giorno di chiusura Laurenzia si presentò ugualmente al lavoro con tanto di costume. Sapeva che ci sarebbe stato solo Boris, il direttore di sala chiamato amichevolmente (o forse no) Stalin un po’ per i suoi baffi, un po’ per il suo caratterino affettuoso e la sua simpatica abitudine di spedire chi commetteva errori “NEI GULAG!” ovvero in bagno.
Boris le aprì la porta. “ Siamo chiusi oggi, non ti ricordi?” le disse lisciandosi i folti baffi.
“Davvero? Oh si che stupida!”, risatina da oca giuliva che funziona sempre. “Posso entrare solo dieci minuti? Penso di aver dimenticato un orecchino in cucina.”
“Un orecchino? E non puoi cercarlo domani?”
Laurenzia finse di scandalizzarsi, “me lo ruberanno senz’altro. E quell’orecchino apparteneva alla mia bis bis nonna, un dono di fidanzamento da parte del suo primo ex marito che lo aveva…”
“Va bene entra! Ma stai zitta!”
Laurenzia si fiondò in cucina. Boris la seguì con lo sguardo per un attimo, poi decise che probabilmente era troppo stupida per combinare qualche disastro e la ignorò.
Ora Laurenzia doveva solo trovare due cose: la ricetta segreta della salsa rose del SS e la ricetta segreta del prosciutto di montone salato della Panini&Prosciutto. Trovò la ricetta della salsa immediatamente, spiattellata in bella vista sul muro. Quella del prosciutto sarebbe stata più difficile e non poteva rubare semplicemente una fetta di salume perché sapeva che il tocco magico e inconfondibile veniva dato alla fine, proprio per evitare furti di quel tipo. Dove poter cercare? Pensa come Cornelio, pensa come uno sporco traditore con un sorriso divino e l’animo di un porco. Dove potrei mai nascondere qualcosa? Sono bello, anzi bellissimo, vanitoso, mi specchio in tutte le vetrine. Ecco, nasconderei la ricetta dietro a uno specchio così che tutte le volte che mi guardo vedo non solo quanto sono bello ma mi ricordo anche di quanto sono ricco. Possibile che…Laurenzia entrò in bagno e dietro lo specchio trovò proprio quello che cercava. Un fogliettino spiegazzato con scritta la ricetta del prosciutto! Conato di vomito a leggere come era fatto. I fast food facevano proprio schifo.
Perfetto. Missione compiuta! Ora doveva solo uscire di lì e correre. Era a pochi metri dalla porta quando questa si aprì e Cornelio comparve. Laurenzia aveva dimenticato quanto fossero folti e scuri i suoi capelli. Ok, no, non l’aveva dimenticato, ma ormai non aveva importanza. Cornelio la vide e strabuzzò gli occhi notando il foglietto che teneva tra le mani. “Fermatela!” Gridò, ma Boris non lo sentì. Laurenzia corse verso Cornelio che la bloccò circondandola con le braccia. Mi sta abbracciando! No Laurenzia, svegliati e scappa! Lo spinse e corse fuori. Correre è un po’ esagerato, piuttosto diciamo che barcollò grondante di sudore. Per fortuna che fuori c’era la sua arma segreta, il suo intrepido aiutante pronto ad assisterla.
“Laurenfschia fschono qui!”
Pietro era venuto a prenderla in tandem con tanto di casco e ginocchiere. Laurenzia era sempre più convinta che una bomba nucleare sarebbe stata la soluzione migliore, ma non aveva tempo di lamentarsi. Salì come meglio poté in tandem e pedalò via con Cornelio che sbraitava dalla porta del fast food e Pietro che tra una tiratina di naso e l’altra fischiettava una canzone di Pupo.

Laurenzia sorrise, il piano procedeva come previsto. Mancava l’ultima tappa e poi lei non sarebbe più stata una ragazza hot dog!

Un bel trionfo per Laurenzia! Ma qual'è la meta del suo viaggio? E quali conseguenze avrà nella sua vita. Un po' di pazienza, lo scopriremo solo nella prossima puntata.
Sigla finale.

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