martedì 17 dicembre 2013

Parliamo di cinema

Desolazione: stato di squallore, di triste abbandono, o anche di rovina / dolore profondo, che non ha conforto (dal dizionario Treccani).
Quando ieri ho letto il titolo del film che stavo per vedere al cinema "Lo Hobbit - La DESOLAZIONE di Smaug" non pensavo che con desolazione intendessero la qualità del film.
L'opera ripesca a piene mani dal cinema espressionista tedesco (Nosferatu il vampiro regia di Murnau e Metropolis regia di Lang, per farsi un'idea sul cinema espressionista tedesco) e riesce nella cura dei dettagli e nella fotografia a trattenervi dall'abbandonare la sala. La bellezza delle inquadrature tra i monti è qualcosa che lascia senza fiato, i costumi e lo "sporco" (quello che si dovrebbe vedere, nei film in cui cavalieri si muovono tra fango e merda, ed invece non c'è!!!) rendono realistico il tutto, garantendo una certa immersività nel contesto trattato; il drago Smaug, quando si mette in mostra di fronte al protagonista, è qualcosa di veramente bello. E allora? Cosa c'è di desolante in tutto questo?
Di desolante c'è che non ce ne frega un'emerita minchia! Ci sono un gruppo di nani che dall'inizio alla fine sono letteralmente anonimi, un protagonista che invece di convogliare l'attenzione su di sé riesce a far spostare gli occhi su tutto il resto (Martin Freeman, la colpa non è sua, è che il troppo che ha attorno è veramente troppo) e il signor Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) perde credibilità ed epicità per lasciar posto al...nano baffuto&ciccione?
I toni cupi del film avranno il sapore di camomilla agli occhi della mia generazione abituata a forti contrasti di colore (me compreso) e poi c'è proprio questo problema del non-mi-interessa che riguarda l'andamento della vicenda caratterizzata dai suddetti "nani qualunque".
Dico questo per aprire un discorso più ampio: il cinema dei giorni nostri merita "nani qualunque" o sarebbe meglio concentrarsi sulle vicende del famelico re Leonida ed i suoi 300 spartani, o sugli atti terroristici dei Transformers dell'epilettico Michael Bay?
Paragonare Peter Jackson a Michael Bay è come paragonare il tesoro dei nani alla merda in bulloni dei Trans-formers; il primo è uno dei migliori registi della nostra epoca, il secondo ha la capacità di causare crisi epilettiche (da qui l'epilettico) con le sue "inquadrature Parkinson" che purtroppo stanno facendo sQuola. Dire che Transformers sia il più grande film sui robot della storia del cinema significa dire che il ponte sullo stretto di Messina è la più grande iniziativa architettonica italiana di sempre.
Con i budget di Bay, il mio falegname diventava un regista migliore (semi cit.).
Pacific Rim, regia di Guillermo del Toro, è il miglior film sui robot della storia del cinema, eppure ha un sacco di problemi, stronzate che ti fanno innervosire guardandolo, e questo è dovuto a quello che definirò "effetto melma": su una parete imbiancata una macchia di melma risulta più sgradevole di un angolo pulito in una parete melmosa. Ecco perchè con Transformers i cinema erano pieni e Pacific Rim, viste le spese, vista la campagna pubblicitaria, visti i $ è stato un flop d'incassi.
Non chiedo un Tarantino a settimana, uno Scorsese al mese, un Cronenberg all'anno, un Clint Eastwood bimestrale con scappellamento a destra, chiedo rispetto. Poichè il cinema moderno manca proprio di questa componente: rispetto verso lo spettatore!
Hai voglia un mondo ideale in cui puoi evitare di guardarti i "nani anonimi" perchè nello stesso periodo in sala ti trovi Tim Burton, i fratelli Coen, Ridley Scott, John Carpenter.

INVECE NOOOO!!!!

Perchè l'alternativa Fantasy (uso fantasy in un'accezione molto ampia del termine, non limitandomi a orchi, streghe e fatine) ai "nani anonimi" è...rullo di tamburi..."Thor: The Dark World" ossia "il mondo oscuro" in cui viviamo dove non c'è alternativa, ma rassegnazione!
E se volete ribattere dicendomi: <Beh, nessuno ti obbliga ad andare al cinema...> vi rispondo dicendo che nessuno vi obbliga a guardarvi Gossip Girl, ma in tv fan solo quello!
Strategia di disfacimento culturale o regia erroneamente impegnata nella falegnameria artigianale? Rispondetemi voi. Io mi son rassegnato!

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