venerdì 13 dicembre 2013

Il liquore fatto in casa


La residenza scelta per il soggiorno di fine ottobre era da qualche parte sulle Alpi italo francesi. Di stile classico e ristrutturata da poco, aveva un grande atrio con un camino sul lato sinistro, la reception sul lato destro e la scalinata che portava al piano superiore proprio davanti all’antico tappeto al centro della sala. Mr. Walter, un uomo anziano e garbato ma dai modi di fare di qualche secolo prima, accolse loro con grande solennità, al di sotto dell’enorme lampadario di cristallo che illuminava tutto l’ampio atrio. Sembrava non ci fossero angoli bui, in quella sala, ad eccezione delle ombre dei bassorilievi che decoravano le pareti.
Se non ci fosse stato quel lampadario, che comunque stonava con l’arredamento, fu il primo pensiero della signora S, quel posto sarebbe apparso più una chiesa gotica che un hotel a quattro stelle.
Mr. Walter chiamò i fattorini e fece portare i bagagli nella stanza 96 solo dopo aver offerto alla signora S e al marito un cocktail di benvenuto. Sbrigate le formalità dell’arrivo, li volle accompagnare personalmente alla loro stanza informandoli che la cena sarebbe stata servita intorno alle 20 e di quanto era dannatamente, dannatamente felice di averli come ospiti.

Non c’erano balconi nell’Hotel, se escludiamo la grande terrazza da cui si poteva accedere dalle due porte ai lati della scala al primo piano. Questa terrazza, anch’essa da poco ristrutturata, aveva una vista sorprendente sulla valle disegnata dalla statale e dal fiume adiacente. Mr. Walter era solito organizzare pranzi e cene a buffet e aperitivi nei mesi più caldi dell’anno, tuttavia a causa dell’autunno che andava sempre più inoltrandosi decise di far preparare i tavoli all’interno, nella grande sala da pranzo. Qui, le pareti erano vetrate che partivano dal soffitto e scendevano sino al pavimento, lasciate intravedere da tende di un tenue rosso appena accennato. Nel complesso, la sala appariva più slanciata di quanto fosse in realtà.

A causa del freddo che stava arrivando non c’erano molti ospiti, e la signora S e marito furono serviti dal personale in modo principesco. La signora S. notò gli sguardi assenti dei pochi camerieri presenti, segno evidente del fatto che non vedevano l’ora di andarsene a casa e togliersi quegli stupidi  abiti di dosso.
Mr. Walter giunse pomposamente pochi minuti più tardi offrendo loro un liquore alle erbe da lui personalmente preparato e, mentre rimarcava il fatto di essere dannatamente felice di averli come ospiti, li invitò ad uscire con lui per ammirare il panorama alla luce della luna. «Imperdibile», ripeteva in preda a un tic della testa, continuando ad annuire in modo forsennato e anche un po’ preoccupante, con i baffoni  grigi vibranti.

Infilati i cappotti uscirono in terrazza, dove si sentivano sempre più stanchi. La vista della signora S si annebbiava lentamente, per la stanchezza e per il vino bevuto a cena. Sentivano solo il discorso concitato di Mr. Walter che spiegava di come fosse dannatamente imperdibile quel paesaggio e di come si manteneva da vivere nella stagione invernale rivendendo il liquore alle erbe fatto in casa.
Non spiegava alla signora S e a suo marito però, che quel liquore lo manteneva solo quando riusciva a buttare dalla terrazza i suoi ospiti, tramortiti dal cocktail, che dopo qualche ora di soggiorno e una sfarzosa cena si godevano un viaggio sola andata nel buio precipizio, che da lassù sembrava finire nei più profondi e tenebrosi antri della Terra.

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