domenica 16 novembre 2014

Elogio della domanda ingenua

Niente da fare: il modo più semplice, più rapido, più divertente, più efficace e (quasi) infallibile per trovare buone risposte è farsi buone domande. “Giudicate un uomo dalle sue domande più che dalle sue risposte”, dice Voltaire.

Farsi domande è un atto creativo: l’espressione di un atteggiamento che comprende curiosità, pensiero indipendente, apertura mentale, capacità di negoziare con il caos e l’incertezza.


Insomma, santa polenta!, fatevi delle domande. Sempre. Avete notato che un punto interrogativo a testa in giù somiglia a un amo? Bene: buttatelo nel mare del possibile, e vedrete che qualcosa di interessante ci resterà attaccato.

Se per caso vi state chiedendo quali domande conviene farsi (anche questa è una buona domanda), ecco qui:

  • Domande ingenue, le migliori per trovare nuove prospettive: che cos’è? Come funziona? Perché succede? Come comincia? Che senso ha? Quanto mi piace? … e perché?
  • Domande paradossali, ideali per cambiare punto di vista: è il magico what if, “che cosa succederebbe se…” (fosse più pesante? Più leggero? Capovolto? Peloso? Se costasse il doppio, oppure niente? Se avesse le ali… se fosse una pizza? Un cane? Che cosa succederebbe se la forza di gravità sulla Terra raddoppiasse? Se sparisse il denaro? Se fossimo alti tre metri?).
  • Domande ossessive, perfette per ottimizzare o finalizzare: si può fare meglio? In meno tempo? Con costi (economici, ambientali, umani…) inferiori? È utile? È efficace? È coerente? È equilibrato? O c’è qualcosa che non va? E che cos’è?
  • Domande metodologiche: qual è l’obiettivo? Qual è il prossimo passo? Quali sono i rischi e le opportunità? Quali sono i vincoli? Quali sono le risorse necessarie?


Ah: infine, un piccolo trucco. Per farvi delle buone domande, dovete dimenticarvi – ma sul serio – tutte le risposte che presumete di conoscere già.

da blog di Annamaria Testa su Internazionale. 
http://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2014/11/10/domande-creative

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