Si vorrebbe sempre essere: essere stati, mai.
E ci ripugna di non poter vivere contemporaneamente in due luoghi, quando e l'uno e l'altro vivono nel nostro pensiero, anzi nel nostro sistema nervoso: nel nostro corpo.
Un luogo lontano, a giorni lo sentiamo come il monco sente l'arto amputato. Con questo di peggio: che non è illusione inutile; ma distanza colmabile, fascino immediato.
Possiamo infatti metterci in viaggio. Ma mentre la meta si avvicina e diventa reale, il luogo di partenza si allontana e sostituisce la meta nell'irrealtà dei ricordi; guadagniamo l'una, e perdiamo l'altro. La lontananza è in noi, vera condizione umana.
[L'immagine è presa da qui]
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