giovedì 6 marzo 2014

Cammino di Santiago - Sui Pirenei

Da Saint Jean Pied de Port a Roncisvalle

Il treno parte da Bayonne, cittadina sulla costa francese, e si insinua nei nuvolosi Pirenei giungendo a Saint Jean Pied-de-Port dopo 2 ore e mezza circa di viaggio. Scendiamo dal treno con altri viaggiatori e iniziamo a dirigerci verso il centro del paese. Credenciàl in tasca, scambiamo i primi, spaesati sguardi con quelli che saranno i nostri compagni di Cammino. Questa è Saint Jean, un pomeriggio di una giornata di fine luglio 2011…


A Saint Jean si respira un’aria diversa. Questo piccolo paesino è l’inizio simbolico del Cammino Francese, la valle attraverso cui i pellegrini di tutta Europa passano (e passavano) per dirigersi verso Santiago de Compostela. Altri preferiscono passare dalla costa, in quello che viene chiamato Cammino del Nord.
Prendiamo posto nell’Albergue di Saint Jean insieme ad altri pellegrini e lì riposiamo in attesa della mattina successiva. È una situazione che se non si vive difficilmente si può descrivere: il fatto di trovarsi lì con altre persone da tutto il mondo, in attesa di iniziare un’ignota avventura, ti fa sentire più vivo che mai.

 I gestori dell’Albergue offrono la colazione dalle 5 del mattino: questo vuol dire una tavolata di pellegrini che si chiedono pane, burro e marmellata in tutte le lingue del mondo (con risultati alquanto buffi). Quando ci svegliamo, alle 5.30, alcuni sono già partiti, altri si preparano bisbigliando nel buio, molti stanno già facendo colazione.
Zaino in spalla, mappa in mano, occhi assonnati, alle 6.15 inizia la scalata ai Pirenei. E il nostro lungo  Cammino che ci porterà a Santiago.



I Pirenei, e chi li ha oltrepassati a piedi lo sa bene, sono un susseguirsi di colline e saliscendi più o meno ripidi, sempre battuti da venti gelidi. Sì, anche il 30 luglio quando noi siamo partiti. Alle altitudini più basse si trovano boschi umidi e, man mano che si sale, il paesaggio è sempre più spoglio e brullo, nel senso che c’è solo erba, sole, nuvole, vento e un incredibile senso di essersi staccati dal mondo. Ma la fortuna ci ha assistito e non abbiamo preso pioggia, le nuvole andavano e venivano portate dal vento.
 Nonostante lo scarso allenamento e lo zaino pesantissimo, ci siamo fatti forza e non abbiamo mollato, rincuorati anche dagli indimenticabili paesaggi che ci si spalancavano davanti.


Ma l’atmosfera ripaga lo sforzo del primo giorno di Cammino e l’apparente solitudine è alleviata dalla compagnia di pecore al pascolo e cavalli allo stato brado. La strada prosegue costeggiando i picchi più alti dei Pirenei. Non mancano ovviamente tentativi di parlare con gli altri pellegrini, nonostante la nostra conoscenza di una lingua diversa dal dialetto bresciano sia più che altro un’illusione.



La strada prosegue fino a diventare una piccola striscia d’asfalto in mezzo alle montagne.




 A volte la strada sparisce del tutto e lascia i pellegrini da soli ad orientarsi grazie a paletti di legno piantati nell’erba, e tutti noi siamo presi dagli stessi pensieri: quanto è lontana casa? Quanto siamo fortunati a vivere questa esperienza e a poter ammirare tanta bellezza?

 
Oltrepassiamo il confine tra Francia e Spagna per entrare quindi in Navarra. Ci sentiamo già un po’ più immersi nell’ atmosfera sangria-e-paella, e il pensiero ci da la forza di proseguire sulla strada per Roncisvalle: inizia poco dopo infatti la discesa verso il luogo mitico in cui trovarono vita le imprese di Carlo Magno e del Paladino Orlando, cantati dai trovatori medievali nelle loro Chanson de Geste.

Giunti a Roncisvalle, ceniamo con una famiglia americana e una coppia di tedeschi. Tralasciando la qualità della cucina, dopo cena, alle ore 8.45 in punto, siamo già tutti quanti stesi nel letto. I Pirenei ci hanno massacrato. Dopo aver puntato la sveglia alle 5.30, non senza qualche “ma chi me l’ha fatto fare”, cadiamo tutti quanti in un sonno profondo.

Ma il giorno dopo siamo ancora più carichi.

Continua…

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