giovedì 31 luglio 2014

#BibliotecaIdeale - Cervantes, Don Chisciotte della Mancia

E così dicendo spronò il cavallo Ronzinante, senza badare a quel che gli gridava lo scudiero per avvertirlo che, certissimamente, erano mulini a vento e non giganti quelli che stava per assalire. 
Ma egli s'era così incaponito che fossero giganti da non udire le grida del suo scudiero Sancio, nè, per quanto già fosse molto vicino, s'accorgeva di quel che erano; anzi andava vociando:

-Non fuggite, gente codarda e vile; chè è un cavaliere solo colui che vi assale.




Si levò frattanto un po di vento, e le grandi pale cominciarono ad agitarsi. Il che avendo visto don Chisciotte, disse: 

-Ma per quanto agitiate più braccia di quelle del gigante Briareo, me la pagherete.

E così dicendo e raccomandandosi di tutto cuore alla sua dama Dulcinea, chiedendole che lo soccorresse a quel passo, ben difeso dalla sua rotella, con la lancia in resta, mosse all'assalto, al gran galoppo di Ronzinante, e attaccò il primo mulino che gli era dinnanzi.

domenica 27 luglio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Ogni cosa è illuminata
diretto da Liev Schreiber




Ho riflettuto molto spesso sulla nostra rigida ricerca; mi ha dimostrato come ogni cosa è illuminata dalla luce del passato, è sempre lungo il nostro fianco: dall'interno guarda l’esterno, come dici tu, alla rovescia. Jonfen, in questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita e tu sarai sempre lungo il fianco della mia.



BUONA VISIONE!
(non ho trovato uno streaming con i sub ita, ma si segue bene anche in inglese)

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domenica 20 luglio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Amore e guerra
diretto da Woody Allen





> Boris, guarda questa foglia... non è perfetta? E questa? Guarda... oh sì, sono convinta che questo è il migliore dei mondi possibili.

> Beh, è certo il più costoso.

> Non è incredibile la natura?

> Per me la natura è... sai... non lo so: i ragni, le cimici, il pesce grosso che mangia il piccolo, le piante che mangiano altre piante, animali che man... è un enorme ristorante, così la vedo.

> Sì però se Dio l'ha creata deve essere bella. Anche se il suo piano non ci è chiaro per il momento.

> Sonja, e se Dio non esistesse?

> Boris Dimitrovic, stai scherzando?

> E se fossimo solo un branco di gente assurda che corre intorno senza nesso o ragione?

> Ma se non esiste Dio la vita non avrebbe alcun significato, perché dovremmo continuare a vivere? Perché allora non suicidarsi?

> Beh, non facciamo gli isterici, potrei sbagliare. Io oggi mi uccido e domani "lui" concede un'intervista.

> Boris, ti dimostro com'è assurda la tua posizione. D'accordo, diciamo che Dio non c'è e ogni uomo è libero di fare tutto quello che vuole... beh, e allora chi ti impedisce di ammazzare qualcuno?

> L'omicidio è immorale!

> L'immoralità è soggettiva.

> Sì, ma la soggettività è oggettiva.

> Non negli schemi percettivi razionali.

> La percezione è irrazionale, implica imminenza.

> Ma il giudizio di ogni sistema o relazione prioritaria dei fenomeni esiste in ogni contraddizione razionale o metafisica o almeno epistemologica per concetti astratti ed empirici come 'esistere' o 'essere' o 'accadere' nella cosa stessa e della cosa stessa.

> Sì questo è vero, anch'io lo dico sempre.

> Boris, noi dobbiamo credere in Dio.

> Potessi vedere un miracolo! Solo un miracolo un... un passaggio del mar Rosso o una resurrezione o mio zio Sasha offrire un pranzo.

> Non ci resta che tornare di sotto. Già ora gli ultimi raggi dorati del tramonto stanno dileguando a oriente dietro le verdi colline. La scura coltre della notte presto si stenderà su noi tutti.

> Ehi, si sente che hai fatto ragioneria!



BUONA VISIONE!

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martedì 15 luglio 2014

Disagio 2.0: Il mondo negli anni a.W.

(Siccome pochi ne parlano, neanche fosse il profilo Twitter di Balotelli.)

Si stava male prima, prima cioè che arrivasse internet. 
Eravamo quasi costretti ad uscire di casa.


Poi arrivò la Nuova Rivelazione portata da questi social media manager,
 social minchia strategist, Ceo, Cip e Ciop tutti così Stay Hungry, Stay Foolish: il wifi.
È indubbio che prima di questo famigerato anno 0 si stava veramente male.



Cioè, negli anni  a.W. (avanti Wifi) non avevamo il santone digitale di turno
 che ci diceva cosa fare, né quale fosse l’hashtag giusto per fare gli indignati su Twitter.



Negli anni d.W. invece si sta benone, tu fai click su qualche link in qualche blog (tipo questo. nda) e un Ceo ti dice cosa devi pensare, che film devi vedere la domenica pomeriggio e addirittura quale carne non mangiare per essere solidale con quei quattro stronzi vegani di Scientology.
E tutto questo senza neanche salutarti, senza neanche un «Ceo.»



Negli anni a.W., per esempio, la parola “Nerd” era ancora ritenuta un insulto riservato a quella stretta cerchia di bambocci grassi, unti e brufolosi che passavano le notti davanti a Windows95 o a giocare a Magic.


(massimo rispetto per quelli che hanno mantenuto lo spirito originale,
 ma fate schifo uguale, fatevene una ragione.)


Ma il momento è rilevante, perché stiamo cambiando il modo di raccontare la realtà 2.0 semplicemente mettendo didascalie tragiche (di solito in Arial Black giallo o verde, praticamente un tripudio di colori) su immagini trovate a caso su Google, in modo da poterle condividere con altri cretini come noi che stanno su Twitter a seguire le pornostar.



Qualche curiosità sul mondo d.W.


Lo sapevate che gli spagnoli non dicono uaifai ma vifì?

Lo sapevate che Internet, infernet, interdet?


Lo sapevate che «Mamma, ho un cavo usb nelle vene.»?

domenica 13 luglio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio

Fratello, dove sei?
diretto da Joel and Ethan Coen




> Bene gente, filiamo attraverso quella palude...

> Aspetta un momento. Chi ti ha eletto capogruppo di questa banda?

> Vedi Pete, ritengo che debba essere quello di noi con la maggiore capacità di raziocinio ma, se questa non è l'opinione unanime, diamine, mettiamola ai voti!

> Mi sta bene! Io voto per il sottoscritto.

> E anch'io voto per il sottoscritto!

....

> Ok... io sono con voi ragazzi.



BUONA VISIONE!

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martedì 8 luglio 2014

Quando il gufo chiamò il mio nome

Short stories #1

          Quando il gufo chiamò il mio nome, le luci in cielo lampeggiavano. Marika dormiva e vedevo le sue curve sinuose dare forma alle lenzuola vellutate, mentre il condizionatore acceso ronzava ancora nel silenzio. Non ricordo esattamente perché mi svegliai, sicuramente sentii il verso dei gufi, come in ogni notte di quell’afosa estate 1999. Forse avevo fatto un sogno. Accesi la piccola abat-jour sul mio comodino e cercai le mie ciabatte blu che Marika mi aveva regalato qualche giorno prima. Così la smetti di girare scalzo! Era una cosa che proprio non sopportava, ma era una libertà che mi piaceva prendere, dopo cena.

Andai al cesso, facendo attenzione a non sbattere contro gli spigoli della porta e del comò nel corridoio. Fin da quando ero bambino, camminare nella mia casa avviluppata dal buio mi dava un’emozione strana: il respiro mi si fermava in gola, ero molto attento a non fare il minimo rumore. Soldato, questa non è un esercitazione! Tutto dipende da te! Quel soldato era rimasto vivo dentro di me, in qualche luogo recondito della mia mente, dove si annidano ancora le più bizzarre fantasie che avevo da bambino. Non sono ammessi passi falsi, soldato! Alzai le mani in posizione da yoga, pensando che se fossi stato visto da qualcuno in quell’istante, quel qualcuno avrebbe pensato che io fossi un perfetto imbecille.

Procedendo con le gambe piegate e le braccia tese, nell’oscurità più completo del corridoio, toccai finalmente la porta del bagno. Fu allora che capitò. Arrivò un lampo improvviso che illuminò il breve spazio tra me e la porta di legno. Quello che vidi su di essa mi spaventò a morte. Il volto di un gufo, che sembrava marchiato a fuoco, mi fissava spettrale. Caddi all’indietro, trattenendo un grido di terrore ma sbattei con la testa contro il comò. Sentii Marika muoversi in camera, ma subito ripiombò il silenzio.

Ricordo che rimasi a terra, immobile in una posizione dolorosa per un tempo che sembrò infinito. Fino al successivo lampo, stavolta accompagnato da un boato terribile che fece tremare la casa. La luce illuminò la porta del bagno, ma il mio sguardo ancora terrorizzato non vi vide nulla. Con una lentezza esasperante, cercai di rimettermi in piedi. Un’altra cosa che ricordo fu che dovetti strisciare per un paio di metri, prima che il sangue mi ritornasse caldo nelle vene, sciogliendo la paura che aveva anestetizzato i miei muscoli.


Tornai al letto, tolsi le ciabatte, spensi l’abat-jour. Marika dormiva ancora, dalla finestra entrava il fioco bagliore della luna. Mi infilai sotto le coperte, e quando guardai verso la luna vi scorsi in controluce un gufo posato all’estremità di un palo dell’alta tensione. Altri gufi iniziarono a cantare nel silenzio tumultuoso della notte, mentre sentivo lui chiamare il mio nome, come un sussurro che mi giungeva dritto alle orecchie. L’estate afosa del 1999 è rimasta scolpita nella mia mente, perché fu quando venne la notte in cui il gufo chiamò il mio nome. Per la prima volta.

domenica 6 luglio 2014

Il filmone della domenica pomeriggio - le migliori partite di calcio... nei film #Mondiali2014

Trainspotting
diretto da Danny Boyle




Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxi-televisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori cd e apriscatole elettrici.
Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici.
Scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare.
Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita.
Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos'altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?



BUONA VISIONE!

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martedì 1 luglio 2014

Disagio UniversitY

Universitari che stanno male.

In primavera i peschi sono in fiore.
In primavera il tuo sistema nervoso,
che ti ha accompagnato nella tua
lunga e tormentata carriera,
ti da una pacca sulla spalla
e ti dice:
«Ci vediamo alla prossima, eh?»


Tu guardi il tuo sistema nervoso
E lo supplichi.


Resisti ancora 5 mesi 5
Ti prego.


Nel frattempo, libri.  Tanti libri.
E grandi biblioteche.
Poi tanto sole, biciclettate, giretti in centro.
Musica a tutto volume per dimenticarti delle cose dell’inverno.



Adesso riflettiamo un attimo, beviamoci un tè caldo.
O una vodka. Perché la vodka chiarisce le idee.


Mentre introduci con piglio intellettualoide
una qualche stronzata letteraria a uno sconosciuto al bar,
combatti lo stress a suon di caffè.  Litri di caffè.
Litri di stress, di caffè e di vodka.


Qualche tempo dopo, comunque, la vodka è sempre là.
E se ne bevi tanta sa di amore.


Ponderi di tornare nell’orto con il nonno,
quando realizzi che mancano 3 esami alla laurea.


In un attimo una corona, nella testa tante idee
e zero soldi in tasca.

Ringraziando i litri di caffè, di stress e di vodka
che ti hanno accompagnato nei luoghi comuni,
di cui ciò che state leggendo è pieno.

Sono giorni che passano, ma le notti sono sempre lì,
con il loro gusto di stress, di caffè e di vodka.